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Tutti pronti per il Re-Think?

Re-think

Si svolgerà a Napoli il 30 giugno il nuovo appuntamento di Re-Think Circular Economy Forum, con una ricca edizione dedicata ai temi del turismo, dell’agrifood e del settore tessile.

di Franco Genovese

 

L’evento più atteso dalla comunità di innovatori “circolari” si svolgerà a Napoli presso il Museo Darwin Dohrn, all’interno della Stazione Zoologica Anton Dohrn, e si focalizzerà su tre temi fondamentali per il vasto contesto territoriale italiano. Saranno infatti i porti ed il turismo circolari, l’agrifood e il settore tessile e della moda a dominare la scena del Re-Think Circular Economy Forum 2022.

Re-think si svolgerà quest’anno in modalità ibrida, con una partecipazione fisica destinata a un pubblico ristretto e solo su invito, mentre per tutte le altre persone interessate l’evento sarà disponibile in live-streaming.

Sostenibilità e circolarità

L’economia circolare, in quanto paradigma di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione e riciclo dei materiali, contribuisce a ridurre i rifiuti al minimo estendendo il ciclo di vita dei prodotti il più a lungo possibile. Per questi motivi è stato indicato dall’Unione europea come modello ideale per promuovere la transizione verso un’economia che sia alternativa all’attuale modello economico lineare. I temi sviluppati durante il forum verteranno su questi concetti declinati sui tre temi cardine di quest’edizione.

Per quanto riguarda i porti e i legami con il territorio, saranno ospitati interventi che metteranno in luce il ruolo della condivisione dei dati per la collaborazione tra comunità portuali. In particolare, verrà evidenziata la rilevanza dei porti e dello shipping per ridurre le emissioni climalteranti e come le attività produttive e le comunità che vivono vicino ai porti possono sviluppare un’economia circolare sostenibile, una grande sfida che alcune industrie stanno già affrontando attraverso un lungo e critico processo di decarbonizzazione.

Il ruolo trainante del turismo

Il tema dei porti e dello shipping porta con sé inevitabilmente la grande questione della sostenibilità turistica. Si tratta di un settore e di un’economia trainante, soprattutto in Italia, ma anche altamente impattante dal punto di vista ambientale. Il turismo e in particolare il turismo culturale possono tuttavia configurarsi come una risorsa nella transizione verso nuovi modelli circolari di sviluppo del territorio, in particolare attraverso la rigenerazione dei siti culturali remoti e meno conosciuti, marginali o in abbandono. Il modello di città-regione “circolare” include infatti il riuso e la valorizzazione delle risorse del territorio, ambientali, culturali, umane e sociali, trasformando molti luoghi considerati di “scarto” in luoghi di nuova attrattività. Nuovi modelli di turismo culturale circolare stanno emergendo un po’ dappertutto, incontrando una domanda sempre più attenta e consapevole.

L’agrifood in eterna trasformazione

Per quanto riguarda le attività antropiche, quella relativa alla produzione di cibo è tra le più critiche. Le attività produttive legate all’agrifood hanno fatto molto negli ultimi tempi per diminuire gli sprechi e incoraggiare lo sviluppo di nuovi materiali da imballaggio.

Tutto il settore agroalimentare gioca un ruolo di primaria importanza nella transizione ecologica. Tuttavia i problemi da superare sono molti e complessi. Le principali difficoltà sono dovute all’assenza di design specifici e differenziati per tipologia di prodotto e per la mancanza di modelli organizzativi estesi a livello di filiera e in ambito socio-territoriale.

Verranno riportati, a questo proposito, gli esempi provenienti dal settore vitivinicolo, dove il tema della sostenibilità è stato storicamente identificato con il rispetto del protocollo biologico e con la minimizzazione degli interventi in cantina. Ma questa visione e questi modelli non sono purtroppo applicabili a tutti i territori e a tutti i prodotti, lasciando quindi a ogni singolo settore dell’agrifood la responsabilità e anche la sapienza per trovare nuove soluzioni di sostenibilità ambientale.

La moda e i suoi epigoni

Anche il settore tessile è attraversato dal grande vento dell’economia circolare. Il tema del ciclo di vita dei prodotti e della sua estensione, con la riduzione dei rifiuti al minimo, è infatti molto sentito dai consumatori più giovani, ormai assuefatti al fast-fashion e alla ricerca di “valore” e identità in quello che indossano. La stessa industria della moda sta riflettendo da tempo sui suoi modelli produttivi per permettere ai clienti di conoscere la strada percorsa dai prodotti in vendita, da quali esseri umani svantaggiati sono stati lavorati e quanta sofferenza, diseguaglianza e fatica sono costati prima di arrivare nei negozi del ricco occidente. Qui la riflessione è più articolata e va a toccare logiche che si sono nel tempo profondamente radicate, quali le modalità di stoccaggio e di rotazione veloce dei prodotti.

La decisione dei consumatori di premiare le aziende più attente alla crescita sostenibile comporterà una trasformazione ancora più rapida dell’industria tessile. Che diverrà sempre più attenta al valore dei prodotti, alle informazioni che li accompagnano e alla loro capacità di narrare la mission e la credibilità del brand attraverso una dimostrazione certificabile delle performance di sostenibilità.

 

 

Il programma dell’evento è consultabile qui.

 

 

 

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“La nostra mission consiste nel dotare i lettori di un magazine in grado di decifrare il vasto mondo della gestione d’impresa grazie a contenuti d’eccezione e alla collaborazione con enti pubblici e privati.”

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