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Uscire dal tunnel con un Microcredito di Libertà

Microcredito

Il Microcredito di Libertà promuove l’inclusione sociale e finanziaria delle donne che hanno subito violenza, agendo su quella particolare forma che è la violenza economica. Sostegni fino a 50mila euro.

 

di Franco Genovese

 

Dopo una lunga gestazione è finalmente operativo il Microcredito di Libertà, il sostegno economico-sociale promosso dal Dipartimento delle Pari opportunità in accordo con l’Ente per il Microcredito, l’Abi e la Caritas italiana. La misura intende contrastare quella particolare forma di violenza che impedisce alle donne poste in condizione di fragilità di essere pienamente indipendenti perché totalmente prive di risorse finanziarie. La violenza economica è infatti una delle peggiori forme di controllo che un uomo può esercitare sull’autonomia di una donna al fine di renderla completamente dipendente da sé.

Le caratteristiche del sostegno

La misura si rivolge alle donne assistite dai Cav (Centri antiviolenza) o che sono ospiti nelle Case rifugio, figure molto fragili dal punto di vista economico e che non troverebbero facilmente accesso al tradizionale credito bancario. Il sostegno prevede un finanziamento a tasso zero per le spese di casa e della famiglia, per avviare una propria attività imprenditoriale o per partecipare a corsi di formazione professionale.

Il Microcredito di Libertà si articola in tre azioni: microcredito sociale, microcredito imprenditoriale e corsi di formazione ad hoc e offre la possibilità di ottenere un finanziamento a tasso zero fino a 10mila euro per superare una momentanea difficoltà finanziaria oppure un finanziamento massimo di 50mila euro, sempre a tasso zero, per avviare o sviluppare iniziative imprenditoriali.

Le spese sostenute dal contributo

La misura garantisce inoltre l’assistenza gratuita di un tutor di microcredito, sia nella fase istruttoria sia durante il periodo di ammortamento, e corsi gratuiti di formazione all’educazione finanziaria e all’autoimprenditorialità.

In parole povere il Microcredito di Libertà permette ad esempio di fruire di aiuti economici per spese mediche e per l’istruzione scolastica e la formazione propria e dei figli, per spese connesse alla ricerca di una nuova situazione abitativa o per la messa a norma degli impianti della propria abitazione principale o anche per sostenere le spese per i servizi di trasporto (Microcredito sociale). Oppure per l’acquisto di beni o servizi connessi all’attività e alla vendita, spese per il pagamento di retribuzioni di nuovi dipendenti soci lavoratori o per corsi di formazione aziendale (Microcredito imprenditoriale).

Requisiti per accedere al microcredito

Il finanziamento di Microcredito sociale viene concesso a donne residenti in Italia in condizione di transitoria difficoltà finanziaria, mentre il Microcredito imprenditoriale è destinato invece a donne che vorrebbero realizzare un progetto imprenditoriale e che siano lavoratrici autonome o libere professioniste titolari di partita Iva da non più di 5 anni e con massimo cinque dipendenti; oppure a imprese individuali, anche neocostituite, titolari di partita Iva da non più di 5 anni e con massimo cinque dipendenti; oppure a Società di persone, società tra professionisti, Srl semplificate e società cooperative, associazioni, anche neocostituite, titolari di partita Iva da non più di 5 anni e con massimo 10 dipendenti.

Come si accede alle misure

Possono accedere al sostegno le donne seguite dai servizi sociali e dai centri antiviolenza, residenti in Italia, italiane o comunitarie, oppure le donne extracomunitarie in possesso di un regolare permesso di soggiorno. Ogni centro antiviolenza riconosciuto dalle Regioni, dopo essersi accreditato sulla piattaforma informatica messa a disposizione da Ente Nazionale del Microcredito, potrà inviare una breve anagrafica e l’indicazione dello strumento prescelto dall’aspirante beneficiaria. L’Ente Nazionale del Microcredito provvederà a trasmettere le domande per lo strumento del microcredito imprenditoriale a tutor specializzati che si occuperanno dei servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio, mentre quelle per il microcredito sociale verranno inviate a Caritas Italiana che fornirà alla richiedente i servizi di assistenza al bilancio familiare.

Il punto di contatto Caritas fornirà direttamente i servizi di assistenza al bilancio familiare per il microcredito sociale, mentre per il microcredito imprenditoriale trasmetterà la richiesta a tutor specializzati.

Il microcredito sociale sarà restituito in rate mensili senza interessi, entro un periodo massimo di cinque anni. Per il microcredito imprenditoriale la restituzione avverrà in rate mensili, sempre senza interessi, in un massimo di sette anni.

 

 

Per maggiori dettagli si rimanda alla scheda tecnica di approfondimento.

 

 

 

 

 

 

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