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Un Manifesto per l’imprenditoria femminile

StartWeUp

Presentato a Roma il Manifesto Start We Up per l’imprenditoria femminile, un insieme di proposte e raccomandazioni per incoraggiare la creazione di imprese rosa e vigilare sui fondi del Pnrr.

 

di Redazione

 

Il nuovo Manifesto Start We Up accendiamo l’imprenditoria femminile è stato presentato pochi giorni fa a Roma presso lo Spazio Europa, sede del Parlamento europeo in Italia. Il progetto è promosso dal Gruppo Donne Confimi Industria, da LeContemporanee, oltre che da numerose imprese e associazioni, e ha l’intento di lanciare un piano di azioni e progetti volti a incoraggiare l’imprenditoria femminile a livello nazionale ed europeo.

Giunto alla seconda tappa, dopo la presentazione del novembre 2022, il progetto sta prendendo sempre più forma e cercherà di valorizzazione nel tempo l’imprenditorialità femminile introducendo nuovi strumenti per tutte le donne che vogliono fare impresa.

Gli obiettivi del Manifesto

Il Manifesto Start We Up è un documento composto da proposte e indirizzi per il Parlamento Europeo e per il Governo italiano, ma è soprattutto rivolto al mondo economico e produttivo. Il documento è interamente redatto da donne imprenditrici, associazioni e imprese e contiene sei idee per cambiare passo e rilanciare occupazione e imprese femminili. La presentazione dei contenuti del manifesto è stata preceduta dal saluto di Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo, che ha messo in risalto le urgenze che si stanno imponendo a livello comunitario per incoraggiare l’imprenditoria femminile, a partire dal rafforzamento del welfare fino al monitoraggio continuo degli investimenti del Pnrr sul tema della parità di genere nel mondo del lavoro. Per raggiungere quest’obiettivo sarà indispensabile che le istituzioni e la società civile collaborino attivamente in modo che sia le politiche pubbliche sia quelle aziendali sostengano intenti comuni.

Un modello in via di definizione

Il manifesto cerca di abbracciare più dimensioni critiche relative alle politiche attive del lavoro femminile e all’autoimprenditorialità. Per questo sostiene tutte le azioni volte a sperimentare nuovi modelli di formazione, Hub e incubatori per l’imprenditoria femminile con l’impegno e la collaborazione di istituzioni, aziende, Terzo settore e mondo accademico. L’obiettivo a lungo termine del Manifesto Start We Up è quello di creare un prototipo di modello che funga da benchmark replicabile per imprese e istituzioni dedicato a tutte le donne che vogliono costruire un’impresa partendo da sé e dalle proprie capacità. Il documento contiene quindi una proposta per giungere a una definizione unica e moderna di impresa femminile a livello europeo e di follow up su quella attualmente normata in Italia. Oltre a valorizzare una definizione condivisa di impresa femminile occorrerà inoltre enfatizzare anche la governance dell’azienda, che dovrà essere a maggioranza assoluta femminile.

Il tema degli incentivi

Il manifesto ritiene fondamentale l’intervento di fondi strutturali, sia a livello nazionale che regionale per la nascita e il consolidamento delle imprese femminili, visti gli obiettivi del Pnrr che propiziano la creazione di un fondo permanente, slegandolo dalle logiche degli incentivi a tempo. Inoltre il Manifesto Start We Up afferma la necessità di ulteriori e progressivi tagli del cuneo fiscale contributivo, così come ribadisce l’esigenza di introdurre in Italia il salario minimo, come da indicazione del Parlamento europeo.

Altro capitolo importante è quello dei bandi pubblici, in linea con quanto già richiesto dal nuovo Codice degli appalti, che tengano conto effettivamente della certificazione della parità di genere come requisito premiale. Massima attenzione, quindi, sulla reale applicazione nei prossimi mesi del cosiddetto “bollino rosa” nei regolamenti attuativi che fungeranno da vere linee guida per i bandi pubblici.

Welfare, impresa e formazione

Ma il manifesto contiene anche idee importanti rispetto al tema del welfare e della conciliazione vita-lavoro, chiedendo il monitoraggio e la vigilanza continua sui fondi per l’istituzione di voucher per i servizi di assistenza e cura, sul modello francese dei Cesu, erogabili direttamente a persone fisiche e famiglie, spendibili con asili nido privati e per attività di babysitting e cura di anziani e non autosufficienti, per un tetto massimo di 5mila euro lordi annui per singolo committente. Ma soprattutto il documento raccomanda la massima vigilanza sull’operatività del Pnrr rafforzando la richiesta di mantenere gli impegni presi in prima stesura, con 4,6 miliardi da destinare ad asili nido pubblici per raggiungere la quota minima del 33%.

Il manifesto si pone quindi come guida operativa per il futuro, come un vero e proprio percorso a tappe che coinvolgerà anche l’ambito educativo fino alla realizzazione di un polo di formazione per tutte le donne che desiderano intraprendere la professione di imprenditrice e dare vita a imprese attive in settori particolarmente in linea con il Next Generation Eu, come gli ambiti della sostenibilità, del green, del digitale, del white jobs e della coesione sociale.

 

 

 

 

 

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