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Un 8 marzo con poco da festeggiare

Lavoro femminile

Per la Festa della Donna c’è davvero poco da gioire e tanto ancora da costruire. I dati confermano una situazione di precarietà occupazionale allarmante e in costante peggioramento.

di Lia Arro
Lo scenario che emerge dai dati Istat relativi al mese di gennaio 2022 è chiaro. Il livello occupazionale preCovid non è ancora stato recuperato: gli occupati sono in tutto 22,8 milioni, contro i 22,9 rilevati nel febbraio 2020. Il tasso di occupazione è superiore di 0,2 punti e quello di disoccupazione è sceso dal 9,6 all’8,8%, ma questo dipende dal calo tendenziale degli inattivi e della popolazione attiva (per motivi demografici). Un’analisi approfondita dei dati mostra come il saldo negativo derivi da un forte calo delle donne occupate, scese di 77mila unità, mentre tra gli uomini gli occupati crescono invece di 69mila.
Un crollo, quello relativo all’occupazione femminile, che resta stabile al 59,2% e che è dovuto con tutta probabilità al fatto che a gennaio sono venuti meno i contratti a termine attivati per il periodo delle festività natalizie. Elemento questo che conferma la precarietà da sempre associata al lavoro femminile in Italia e la lontananza abissale dai livelli di occupazione femminile degli altri Paesi europei.

Dati sconsolanti

Prima che l’emergenza pandemica colpisse il nostro sistema economico, le cose per le donne in Italia non andavano meglio, il tasso di occupazione femminile era pari al 53,1% del totale, molto inferiore a quella maschile, pari al 72,9%, e parecchio distante dal traguardo fissato dalla Strategia Europa 2020, che puntava a raggiungere un tasso di occupazione del 75% della popolazione in età compresa fra 20 e 64 anni entro il 2020.
Da allora però qualcosa è cambiato. La pandemia ha messo in evidenza le molteplici fragilità dei nostri sistemi economici e sociali, ha ribadito l’importanza di non lasciare nessuno indietro e la necessità di garantire pari opportunità per tutti. Un principio che la stessa presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen aveva sottolineato in occasione della presentazione della Nuova Strategia Europea di genere 2021-2025, ricordando a tutti come «La parità di genere, pur essendo un principio fondamentale dell’Unione Europea, non sia ancora una realtà. Nel mondo degli affari, in politica e nella società nel suo complesso, l’Europa potrà raggiungere il pieno potenziale solo utilizzando tutti i suoi talenti e la sua diversità. Perché l’impiego della metà della popolazione, metà delle idee e la metà dell’energia non è sufficiente».

Gli obiettivi del Pnrr da traguardare

I nuovi traguardi da raggiungere in tema di parità di genere sono oggi quelli definiti nel Pnrr, dove la parità di genere è stata indicata come la priorità della “missione 5: coesione e inclusione” e la promozione dell’empowerment femminile e il contrasto alla discriminazione di genere obiettivi trasversali per tutte le altre missioni. Si tratta di obiettivi molto ambiziosi: incremento del tasso di occupazione femminile (+4 punti percentuali); focus sulla differenza tra il tasso di occupazione femminile e maschile, con una riduzione a meno di 24 p.p. rispetto ai 27 attuali; ma anche la differenza del tasso di occupazione femminile per donne con figli (rispetto alle donne senza figli), con una riduzione a meno di 10 p.p. (attualmente di circa 12 p.p.); e infine un incremento della percentuale di imprese femminili (dal 22% al 30%) rispetto al totale delle imprese attive.

Il lavoro: tema centrale su cui concentrarsi

L’aumento di 4 punti percentuali del tasso di occupazione femminile entro il 2026 è considerato l’obiettivo principale della strategia. Ma le enormi criticità, rese ancora più acute dalla crisi pandemica, impongono alcune riflessioni che dovranno necessariamente portare a un cambio di rotta necessario a evitare che l’Italia, rispetto alla parità di genere, perda un’altra grande occasione.
Un momento di riflessione e confronto che il Cnel, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, ha organizzato proprio ieri con l’evento istituzionale “Le donne per il lavoro, il lavoro per le donne. Giornata di confronto sulle politiche in materia di occupazione femminile” presso la sala del Parlamentino e trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube del Cnel, al quale hanno partecipato Elena Bonetti, ministra per le Pari opportunità e la famiglia, e Andrea Orlando, ministro del Lavoro e delle politiche sociali.

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