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Sostegno agli enti del Terzo settore: il nuovo bando della Regione Campania

La Regione Campania ha pubblicato un bando rivolto agli enti del Terzo settore, con due linee: la prima per coprire i costi sostenuti nella fase di emergenza sanitaria Covid-19, e la seconda per finanziare nuovi progetti generali, dalla lotta alla povertà educativa all’inclusione sociale. Ne parliamo con Lucia Fortini, assessore alla Scuola, Politiche sociali e Politiche Giovanili.

di Marco Ehlardo

La Regione ha pubblicato un bando per il sostegno agli Enti del terzo settore. Quali sono i motivi e quali le aspettative?
«L’Avviso pubblico della Regione Campania, rivolto alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale e fondazioni Onlus, intende contribuire, con un sostegno finanziario di oltre 6,5 milioni di euro, alla fase di ripartenza conseguente all’emergenza sanitaria causata dalla pandemia. Gli effetti della diffusione del Covid hanno duramente impattato sulle nostre vite con conseguenze negative, in taluni casi devastanti, sotto il profilo sociale ed economico. Le fasce deboli della popolazione sono quelle più colpite ed è a queste categorie che le politiche del welfare regionale si sono maggiormente rivolte mettendo in campo misure e interventi straordinari. Ingenti investimenti, in questi anni, sono stati fatti dalla Regione Campania per rispondere ai fabbisogni territoriali rilevati, per rafforzare gli ambiti territoriali, per qualificare i servizi prestati alle comunità locali anche attraverso la valorizzazione delle reti istituzionali. La programmazione attuata dalla Regione Campania in termini di welfare, a cui si ispira l’avviso pubblico, intende assicurare un’adeguata copertura territoriale degli sportelli di informazione e di diffusione dei servizi offerti, di favorire il ruolo di orientamento e sostegno territoriale, di promuovere servizi e iniziative per l’integrazione e l’indipendenza dei soggetti fragili, ottimizzazione della presa in carico dei soggetti svantaggiati, rafforzamento del servizio sociale professionale, contrasto all’esclusione sociale e nella lotta alla povertà, promozione dei diritti e integrazione delle persone con disabilità sono tra i principali obiettivi di una rinnovata visione delle politiche sociali della Campania».

Il bando prevede due linee, la A e la B. Quali sono gli obiettivi di questa scelta e cosa prevedono le due linee diverse?
«Il bando prevede due linee: la finalità perseguita nella linea A è sostenere, coprendone i costi sostenuti, nella fase di emergenza sanitaria Covid-19, le attività svolte, nel corso del 2020, nel periodo di pandemia dalle organizzazioni di volontariato, dalle associazioni di promozione sociale e dalle fondazioni del Terzo settore. La linea B, con obbligo di cofinanziamento, è finalizzata a sostenere interventi, progetti e iniziative per l’immediato futuro, concorrendo al perseguimento di uno o più obiettivi generali di sistema».

Quale deve essere per lei il ruolo degli Ets nella programmazione e nella gestione delle politiche sociali?
«
La questione sociale, anche e soprattutto in questa fase postemergenziale, è prioritaria per la Campania così come tema centrale rimane l’innovazione delle politiche di welfare regionale. È innegabile che un ruolo fondamentale nel sostegno e cura delle fasce deboli sia stato ricoperto, anche negli ultimi mesi, dalle associazioni del Terzo settore che non si sono fermate neanche durante l’emergenza sanitaria, erogando servizi alle persone in difficoltà che sono essenziali per le famiglie e che garantiscono in quota parte il welfare del nostro Paese contribuendo alla tenuta sociale ed economica. Credo fortemente nella cooperazione tra la Regione Campania e il Terzo settore, anche in virtù della prossimità che questi enti hanno rispetto alla popolazione. Proprio per questo gli enti del Terzo settore continueranno a ricevere tutto il supporto e il sostegno di cui necessitano per svolgere al meglio il loro lavoro».

Come valuta le nuove attività di coprogrammazione e coprogettazione previste dalle recenti linee guida del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e quale sarà il ruolo della Regione Campania?
«Le linee guida costituiscono il solco nel quale il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha inteso instradare il lavoro di Regioni ed enti locali per attivare gli istituti di “amministrazione condivisa”. Dunque, in tale prospettiva, l’intero sistema delle autonomie locali è chiamato, insieme con il Terzo settore, a contestualizzare iniziative e progetti all’interno delle comunità locali per valorizzare aspirazioni, obiettivi e risultati. La Regione Campania, già nella scorsa programmazione dei fondi strutturali europei che sarà ripresa e ulteriormente rafforzata nel prossimo settennato, ha già sperimentato percorsi di intervento nel sociale incentrati su partecipazione, adesione e protagonismo di tutti gli attori. Con il programma Itia (Intese territoriali di inclusione attiva) sono state introdotte misure di contrasto alla povertà attraverso la realizzazione di Centri territoriali di inclusione nella forma di servizi di prossimità per il sostegno a persone e famiglie svantaggiate, in condizioni di vulnerabilità e fragilità sociale».

Quali sono, se già previsti, i prossimi interventi in programmazione da parte della Regione Campania destinati agli Ets?
«La Regione Campania, in questo tempo più che mai, mette al centro della sua politica il welfare e l’inclusione sociale prevedendo importanti interventi orientati a consolidare le modalità operative di intervento integrato con gli ambiti territoriali per attuare le politiche sociali. In particolare, il sistema integrato di interventi e servizi sociali in Campania continuerà a operare, in continuità con quanto già avviato, investendo su misure dedicate al contrasto alla povertà a tutela delle persone maggiormente vulnerabili anche attraverso la realizzazione di partenariati tra ambiti territoriali e istituzioni del Terzo settore. Altri importanti iniziative previste sono finalizzate all’aumento, al consolidamento e alla qualificazione dei servizi e delle infrastrutture di cura socioeducative favorendo la “vita indipendente” in linea con gli orientamenti della legge sulla disabilità nazionale a oggi in fase di stesura. Finalità comune a ogni intervento proposto è quello di innovare il welfare avendo chiare tre priorità: innanzitutto la povertà educativa, attraverso programmi integrati di contrasto alla dispersione scolastica e sostegno familiare. In secondo luogo il sostegno agli anziani, anche attraverso una legge sulla non autosufficienza. E infine la cura della disabilità, cambiando paradigma e mettendo al centro la persona, con una legge sul modello di vita indipendente, che consenta a ciascuno di essere protagonista del proprio futuro».

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