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Si comincia dalla libertà finanziaria

Libertà finanziaria

L’empowerment femminile può decollare solo con una buona educazione finanziaria. Il bando “Mio denaro e mia la scelta!” intende contrastare la violenza economica per iniziare un percorso di autonomia e consapevolezza verso la parità di genere.

di Marianna Iacoviello

In Italia tre lavoratrici su dieci non hanno un conto in banca e, al Sud, una donna su due non è autonoma economicamente. Se correliamo questi dati al tema della violenza di genere, è evidente che l’universo femminile è destinato a pagare un prezzo sempre più alto per una debolezza implicita dettata soprattutto dalla mancanza di autonomia economica. Un fenomeno che si è ulteriormente aggravato con la pandemia. Per questo motivo Fondazione Finanza Etica, la fondazione culturale italiana del Gruppo Banca Etica, sta promuovendo iniziative volte ad accompagnare l’autoimprenditorialità femminile e la creazione di microimprese. Barbara Setti, responsabile erogazioni liberali della fondazione, ci ha parlato delle azioni e degli strumenti presenti e futuri all’insegna della conquista della parità dei diritti.

Nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile il tema della parità di genere e dell’emancipazione femminile è centrale per il raggiungimento del Goal 5. Quali sono secondo Lei gli ostacoli che hanno rallentato e che continuano a incidere sul raggiungimento di tale obiettivo?
«Secondo il Global Gender Gap Report 2021 del Forum Economico Mondiale, l’Italia è al 63esimo posto globale in tema di parità di genere. Nonostante un miglioramento rispetto al 2018, si stima che tale divario potrà essere definitivamente colmato tra altri 135,6 anni. Il maggior punto di fragilità risiede nella insufficiente rappresentanza femminile nelle sedi politiche e nelle fila dirigenziali. Solo il 36% del parlamento italiano è composto da donne mentre del personale che ricopre ruoli manageriali la percentuale è di circa il 28%, dato inferiore alla media mondiale del 35%. Siamo al 114esimo posto al mondo per quanto riguarda le opportunità e la partecipazione economica. Il problema nel nostro Paese è di tipo strutturale e coinvolge non solo temi di carattere economico, come i livelli di occupazione femminile o le differenze salariali, ma soprattutto culturali e ideologici. La donna è maggiormente coinvolta nei carichi assistenziali familiari e sicuramente non molto presente nei settori maggiormente in crescita come quelli tecnico-scientifici. Infatti circa il 74% delle donne si fa carico del lavoro familiare non retribuito e solo il 15% del totale delle laureate sceglie percorsi Stem».

Il bando “Mio denaro e mia la scelta!”, in scadenza il prossimo 28 febbraio, punta a individuare a seguito di un processo selettivo una proposta progettuale di educazione finanziaria rivolta a donne in condizioni di vulnerabilità. Quali sono gli elementi che consentono agli elaborati progettuali di acquisire valore e superare quindi la prima fase di selezione?
«Il bando è rivolto prevalentemente a donne vulnerabili soggette a violenza economica di genere. Quella che, secondo la Convenzione di Istanbul del 2011, si realizza attraverso “l’impedimento nell’acquisizione delle risorse, l’impedimento all’accesso alle risorse disponibili, il consumo delle risorse della vittima”. Molto difficilmente questa forma di violenza viene riconosciuta come vera e propria forma di coercizione perché più subdola e meno evidente di quella fisica. Questo porta a una sottovalutazione anche nelle sue conseguenze quotidiane ed è molto probabile, quindi, che i numeri di tale disagio siano più elevati rispetto alle statistiche. Da tempo inoltre l’Italia risulta agli ultimi posti per competenze finanziarie in qualsiasi ricerca comparativa realizzata a livello europeo o mondiale. Il bando “Mio denaro e mia la scelta!” è stato pensato per enti, associazioni e fondazioni che operano nel settore del sostegno e dell’aiuto alle donne vittime di violenza e alla realtà imprenditoriali che lavorano sui temi della diversity & inclusion al fine di ricevere proposte che siano prioritarie in questi ambiti. Sicuramente valuteremo positivamente la ricchezza di competenze della compagine che presenta il progetto, insieme alla sua applicabilità e replicabilità a livello nazionale. A tal proposito ricordo che il soggetto proponente deve, a pena esclusione, avere come partner una realtà esperta in educazione finanziaria».

Diversi studi hanno dimostrato che l’aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro incide sulla crescita del Pil e sul benessere della collettività. Fondazione Finanza Etica con il supporto di Etica Sgr ha già promosso in passato bandi per sostenere l’imprenditorialità femminile. Quali sono gli strumenti maggiormente utilizzati e soprattutto quali azioni metterete successivamente in campo per le realtà supportate?
«Etica Sgr, la società di gestione del risparmio del Gruppo, attraverso l’attività di engagement, ovvero il dialogo con il management e la partecipazione alle assemblee degli azionisti delle società in cui investono i fondi, sollecita costantemente le imprese sul tema della parità di genere per il rafforzamento in termini di percezione di competenza, consapevolezza e autostima del genere femminile. Sempre nell’ambito degli investimenti Etica Sgr applica un rigoroso processo di selezione degli emittenti chiamato Esg EticApproach. Questa metodologia proprietaria propone prima i criteri negativi di esclusione, che scartano quelli coinvolti in attività controverse, poi criteri positivi di valutazione, come l’adozione di politiche su pari opportunità e diversità, politiche di rispetto e promozione dei diritti umani e politiche di sostegno della non discriminazione. Solo gli emittenti migliori del proprio settore (approccio “best in class”, ndr) e aventi un profilo qualitativo e reputazionale buono, entrano a far parte del paniere dei fondi di Etica Sgr. In relazione, nello specifico, ai nostri bandi, a partire da quelli lanciati nel 2021 ci occuperemo della valutazione di impatto. Nella seconda fase della selezione valuteremo inoltre le realtà imprenditoriali anche tramite la valutazione socioambientale di Banca Etica, che integra e completa l’analisi economico-finanziaria, fornendo elementi di conoscenza sul valore sociale dell’attività da finanziare, sulla coerenza con i valori di riferimento del Gruppo e sulla credibilità del soggetto affidatario, rappresentando inoltre l’occasione per comunicare e trasmettere i valori della finanza etica e dell’economia civile. Banca Etica è la prima banca italiana che si è dotata di un’istruttoria socioambientale all’interno della valutazione di merito creditizio. Si tratta di un’analisi finalizzata a raccogliere e valutare le informazioni di natura sociale e ambientale relative a organizzazioni ed enti che chiedono un finanziamento».

Da novembre 2021 è operativo il “Fondo per il reddito di libertà delle donne vittime di violenza” per favorire percorsi di autonomia e di emancipazione di chi si trova in condizione di particolare vulnerabilità o povertà. La Fondazione Finanza Etica ha intenzione di proporre nel corso di questo nuovo anno ulteriori strumenti per l’empowerment femminile?
«Nel piano strategico del Gruppo Banca Etica per il triennio 2021-2024 un ampio capitolo è dedicato all’empowerment di genere, con l’obiettivo di migliorare ancora i già importanti risultati raggiunti fin qui e di approfondire la dimensione di genere anche in tutte le ricerche curate sull’inclusione finanziaria. Nonostante l’erogazione di contributi tramite bandi non sia il core business della Fondazione, dal 2018 questa attività sta crescendo grazie al fondo utili erogato da Etica Sgr. Attualmente stiamo anche seguendo la valutazione delle domande presentate lo scorso novembre per il progetto “Che impresa per le donne!”: un sostegno a fondo perduto di massimo 25mila euro a micro e piccole imprese femminili. A fronte della possibilità di coprire al massimo sei richieste, ci sono arrivate centoventi domande. Sicuramente è un segnale forte che la Fondazione, ma direi il Gruppo nel suo complesso, continuerà a seguire. Ricordo, infine, che insieme a Banca Etica, Arci e PerMicro abbiamo lanciato un bando per erogazione di microcredito di massimo 25mila euro, con fondo di garanzia garantito da Fondazione Finanza Etica, per progetti imprenditoriali di persone con background migratorio. Il fondo è attivo dal 2021 e abbiamo già sostenuto oltre 10 progetti, di cui 3 presentati da imprenditrici».

Tutti i bandi aperti sono visibili sul sito www.con-etica.it

 

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“La nostra mission consiste nel dotare i lettori di un magazine in grado di decifrare il vasto mondo della gestione d’impresa grazie a contenuti d’eccezione e alla collaborazione con enti pubblici e privati.”

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