Ecco come avvicinare, in piena pandemia, l’enologia di qualità a chi ama un turismo protetto e totalmente immersivo nei territori e nei sapori.
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di Alessandro Battaglia Parodi
In un momento come questo, interpandemico più che postpandemico, sono state numerose le iniziative di comunicazione e di marketing lanciate dai piccoli produttori dell’agroalimentare per attirare i clienti in modo protetto e sicuro. Tenendoli soprattutto lontani dalle grandi folle.
Dalle degustazioni di salumi e formaggi passando per tutte le magnifiche specialità locali italiane, la stagione che si è appena conclusa ha avuto nuovamente per protagonisti i vini e le vigne, da sempre le mete più gettonate del turismo enogastronomico.
Ma la vera novità dell’estate 2020 è stata l’interessante proposta che prende il nome di Camper Friendly, un progetto realizzato dall’associazione Donne del Vino in partnership con il Touring Club Italiano e che ha coinvolto 57 cantine d’Italia. È qui che, per tutta l’estate 2020 e fino alla fine della vendemmia, è stato possibile trascorrere una notte tra le vigne e degustare le specialità del territorio, a cominciare proprio dal vino.
Se in piena pandemia era necessario riprogettare in tutta fretta l’esperienza di fruizione dei consumatori, si può dire che Camper Friendly ci sia riuscita in modo vincente con la proposta di una vacanza frugale e un po’ fuori dagli schemi ma che ha avuto un successo clamoroso.
Un esempio che farà scuola e che è sicuramente trasferibile in altri segmenti dell’agroalimentare di qualità. Ne parliamo con Donatella Cinelli Colombini, presidente di Donne del vino e patronne della tenuta vinicola Casato Prime Donne di Montalcino (SI).
L’iniziativa Camper Friendly sembra essere il recupero di un turismo essenziale, come era quello di una volta. Molto raccolto, quasi privato, lontano dalla piazza o dai classici momenti di fiera o di sagra. Paradossalmente un turismo d’élite…
«È vero. Il silenzio, la possibilità di immergersi nella natura, di visitare in solitudine luoghi autentici sono diventati un lusso, quasi un privilegio per pochi. Il 2020 ha segnato la rivincita dei panorami, quella che gli psicologi chiamano la “terapia del paesaggio”. I panorami agricoli, soprattutto, i vigneti che sono le coltivazioni più amate e curate, hanno questa capacità rigenerante. Chi viaggia in autocaravan ha la possibilità di goderli appieno e sostare in una cantina. E particolarmente nelle bellissime cantine delle Donne del Vino».
Avete intercettato le paure dei clienti e le loro incertezze superandole con un’iniziativa rassicurante e a numero chiuso, ma non necessariamente innovativa. Insomma, a volte basta il recupero di modi e ritmi antichi. Pensa che la frugalità di questa vostra formula sia anche la cifra del suo successo?
«Penso di sì, corrisponde alla ricerca di valori e di contenuti che Vincenzo Russo, docente di neuromarketing allo Iulm, indica come i driver dei comportamenti postcoronavirus. Poi non va dimenticato che la perfetta vacanza “covid free” è proprio quella che permette di avere la propria “casetta”, il proprio letto, la propria cucina, la propria zona pranzo in ogni tappa del viaggio. Penso tuttavia che la ragione principale del successo del progetto Donne del Vino – Camper Friendly sia stato il bisogno di aria aperta dopo i mesi di reclusione in casa, un rapporto più diretto e vero con la natura e con i residenti, quindi lontano dai circuiti consueti dove tutto è “fatto per i turisti”».
L’esperienza della vigna, con le degustazioni e il contatto diretto con i produttori, non sono affatto nuovi per il vostro settore. Basti pensare alle cantine aperte e ad altre iniziative di routine. Eppure Camper Friendly ha avuto una risonanza mediatica enorme. Come è stato possibile?
«Indubbiamente il boom del turismo in camper ha aiutato molto. Il 104% di immatricolazioni di autocaravan in più a luglio 2020 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente rappresenta un risultato che non passa inosservato. A questo si aggiunga il successo turistico delle cosiddette “wine destination”. Basti pensare che nell’estate 2020 le città del vino erano piene e le città d’arte erano sostanzialmente vuote. Non va dimenticato che l’enogastronomia è la prima motivazione di viaggio verso l’Italia da parte dei turisti stranieri e che il 38% dei connazionali desidera fare enoturismo nel nostro Paese. Fra le tante mete di viaggio goloso le cantine delle Donne del Vino sono destinazioni privilegiate perché i visitatori trovano grandissime bottiglie, persone appassionate, attente alla natura e spesso capaci di offrire esperienze enologiche indimenticabili».