Ridurre la distanza tra imprese e credito, in un rapporto virtuoso tra garanzie pubbliche e necessità delle imprese. L’esempio della Campania.
di Ciro Iacovelli
Il sistema delle Pmi italiane è la spina dorsale dell’economia nazionale e meridionale. Ha saputo, in questi anni di crisi, dimostrare capacità di resilienza e crescita inattesi solo per chi lo conosce marginalmente. Tensione alla ricerca e allo sviluppo, flessibilità di prodotti e di servizi, adeguandoli ai continui mutamenti del mercato anche in fasi congiunturali sfavorevoli, naturale propensione ai mercati esteri in coerenza con la tradizionale qualità della produzione riconosciuta in Europa e nel mondo. Ma in maniera diffusa, al netto di pregevoli eccezioni, ha sempre sofferto di tre criticità. La prima, la dimensione che spesso non consente di competere sul mercato in maniera adeguata. La seconda, il problema del credito, che il combinato disposto dell’aumento dei tassi di interesse e la scarsa capillarità del nostro sistema bancario rende poco accessibile. Il terzo, la dotazione di know-how e di expertise sulla sostenibilità finanziaria degli investimenti. Il protocollo di intesa tra Anfir (Associazione nazionale finanziarie regionali) e Cassa depositi e prestiti è stato siglato per rispondere a queste tre criticità e sostenere la crescita, nazionale e internazionale, delle Pmi italiane.
Il protocollo prevede, sostanzialmente, tre ambiti di applicazione circoscritti del credito agevolato, sulla scorta di misure già sperimentate, a partire dalla Regione Campania, e che oggi potranno vedere un’estensione sua scala nazionale, con il coinvolgimento delle altre Regioni. Si va dagli strumenti finanziari negoziali, con risorse a valere sul Fri (Fondo rotativo per le imprese) sul modello campano di Sfin agli strumenti di finanza alternativa, attraverso l’istituzione di Basket Bond, anche in questo caso sull’impronta di interventi già avviati dalla Regione Campania e dalla Regione Puglia (Garanzia Campania Bond e Basket Bond Puglia). Il Protocollo prevede, inoltre, interventi più squisitamente di private capital, con linee di investimento concordate tra le parti e interventi più semplici ma più rapidi con garanzie di portafoglio, per garantire l’accesso al credito ottenendo tassi di interesse migliorativi rispetto all’andamento del mercato. È chiaro l’obiettivo di irrobustire con iniziative dalle caratteristiche private e di credito, la programmazione 2021/27 delle Regioni, in particolare negli obiettivi di transizione ecologica e digitale che a essa è stata affidata.
In Campania quanto in Puglia, questi strumenti hanno ottenuto performance notevoli, riducendo la distanza tra imprese e credito, in un rapporto virtuoso tra garanzie pubbliche, necessità delle imprese, specie meridionali, di compiere investimenti necessari alla propria crescita e strumenti finanziari e bancari, pubblici e privati, che hanno reso possibile l’incontro tra queste esigenze.