Parthenya è l’ecobirrificio artigianale creato da due under 30 per produrre birra di qualità in modo sostenibile. Ha recentemente ricevuto da Invitalia il premio “Economia circolare” dopo aver usufruito dell’incentivo Resto al Sud.
di Andrea Ballocchi
L’idea di creare un “birrificio circolare“ è venuta a Gianluigi Pilunni e a Rossella De Santis, due giovani che hanno voluto fare della propria passione per la birra di qualità un’idea imprenditoriale. Così a Montefusco (Avellino), dove vivono, hanno creato il Birrificio Parthenya, una delle cinque imprese premiate di recente da Invitalia in occasione della presentazione della guida Il Mezzogiorno bello e buono realizzata dall’Agenzia nazionale per lo sviluppo insieme a Gambero Rosso per raccontare le storie di 62 realtà attive nel settore food&beverage. Tutte imprese sostenute dal bando “Resto al Sud”, l’incentivo di Invitalia che sostiene la nascita e lo sviluppo di imprese e attività libero professionali nelle regioni del Mezzogiorno.
Parthenya ha ricevuto il premio Economia Circolare dalle mani di Mario Tozzi, ricercatore Cnr e divulgatore scientifico. Il riconoscimento premia la scelta dei due giovani imprenditori di fare scelte etiche e di sostenibilità ambientale. Innanzitutto la loro attività è alimentata al 100% da energia prodotta da una impianto fotovoltaico, coprendo tutto il ciclo produttivo. I due imprenditori puntano inoltre sul riciclo, a partire dal packaging fino agli scarti di lavorazione delle materie prime. Questi ultimi vengono destinati ai contadini della zona per essere trasformati in compost e mangimi per animali.
La passione per la birra in un’area vocata al vino
Il birrificio circolare Parthenya nasce nell’annus horribilis della pandemia: «abbiamo installato i macchinari a marzo 2020, poco prima del primo lockdown», raccontano Rossella e Gianluigi. In quell’anno circa 100 microbirrifici hanno chiuso o sospeso l’attività. Un colpo pesante per il totale dei 756 birrifici artigianali mini e micro che, pur contando soltanto per il 3% del comparto, rappresenta la vera produzione nazionale al 100%.
Parthenya prende vita grazie alla passione di Gianluigi per la birra artigianale. La produzione si concentra su birre di ispirazione inglese, che verranno realizzate con materie prime totalmente made in Italy. L’intenzione sin da subito è avviare una realtà in Irpinia, spinti dall’amore per la propria terra, vocata principalmente al vino. Una scelta controcorrente ma consapevole delle notevoli qualità locali, a partire dall’acqua delle montagne del Partenio (ispiratrici del nome), dalle cui sorgenti sgorga l’acqua che costituisce l’elemento principale per produrre birre di qualità. «Qui in Irpinia c’è il bacino idrico più grande del Mezzogiorno», ricorda Rossella De Santis.
Un’idea divenuta realtà grazie a Resto al Sud
L’incontro con Invitalia ha permesso di tramutare un desiderio in una realtà. «Se non avessimo ottenuto il bando Resto al Sud non avremmo potuto creare la nostra realtà», ammettono. «Il bando fin da subito sembrava essere fatto apposta per noi, sia perché pensato per gli under 35 sia perché molto simile alla nostra filosofia. Noi volevamo assolutamente restare nella nostra terra. Tanti nostri amici hanno fatto la scelta di andarsene a Milano, Roma o Firenze, noi abbiamo fatto una scelta controcorrente».
La possibilità di accedere al bando c’era, ma occorrevano studio e applicazione. «La partecipazione a Resto al Sud ci ha fatto capire che per aprire un’azienda dovevamo maturare una maggiore preparazione nei confronti del mercato». L’esito è stato positivo, il progetto ha ottenuto approvazione ed è arrivato il sospirato finanziamento: 100mila euro, al 65% finanziabili e al 35% a fondo perduto.
Nati durante la pandemia
La domanda che sorge spontanea è se l’accesso al bando è un’esperienza consigliabile a tutti. «Certamente. Possiamo solo invitare tutti i potenziali imprenditori a farlo», dicono i due imprenditori. «È stata un’esperienza più che positiva. Siamo stati supportati e seguiti passo dopo passo e abbiamo avuto l’opportunità di imparare molto in ambito imprenditoriale. Persino quando abbiamo avviato l’attività, in un momento particolarmente duro, siamo stati supportati».
Parthenya, per sua natura, non si rapporta con la grande distribuzione, ma si fonda sul contatto diretto con ristoranti e imprese locali. Da qui la difficoltà che hanno scontato nei primi due anni, con la pandemia e le restrizioni conseguenti. In ogni caso oggi è una realtà perfettamente efficiente che si propone in modo autorevole. La qualità delle sue birre è confermata anche da L’Espresso, che l’ha menzionata nella guida Le birre d’Italia; Repubblica l’ha segnalata tra le eccellenze della Campania; mentre Slow Food l’ha indicata nella sua Guida alle Birre d’Italia 2023 e così pure il Gambero Rosso.
Economia circolare e sostenibilità: le scelte di Parthenya
L’attenzione alla qualità è direttamente proporzionale a quella per l’ambiente. «Nel 2018, quando abbiamo presentato domanda per il bando, di economia circolare si parlava. Noi abbiamo voluto dare un esempio concreto. D’altronde, se parliamo di amore per la nostra terra, non possiamo non tutelarla. Quindi il rispetto per l’ambiente diventa un presupposto fondamentale, fin dalla produzione di una buona birra. Per questo abbiamo deciso fin da subito di installare un impianto fotovoltaico da 50 kW per alimentare energeticamente la nostra attività e tutto il ciclo produttivo», rammentano i due titolari.
L’attenzione si è poi estesa anche al packaging: Parthenya utilizza infatti solo cartone riciclato per le proprie spedizioni e riutilizza per gli imballi materiale che proviene dai pacchi contenenti le materie prime per produrre birra. Quest’ultima, nel processo produttivo, genera scarti organici che vengono forniti ai coltivatori locali per produrre compost di alto valore e mangimi. Persino i fusti che contengono la birra sono realizzati in Pet riciclato e riciclabile. E la stessa attenzione per l’ambiente viene trasmessa anche ai clienti, sensibilizzandoli sul tema.