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Nuova vita per i beni confiscati alle mafie

Scade il 14 settembre la quinta edizione del bando di Fondazione Con il Sud che mette a disposizione tre milioni di euro per valorizzare i beni confiscati alle mafie.

 

di Franco Genovese

 

La Fondazione Con il Sud lancia la quinta edizione del “Bando beni confiscati”, con l’obiettivo di valorizzare i beni confiscati alle mafie con iniziative di natura sociale, culturale ed economica sostenibili nel tempo, in grado di contribuire sia allo sviluppo socioeconomico del territorio circostante, sia alla riappropriazione del bene da parte della comunità di riferimento.

L’iniziativa mette a disposizione 3 milioni di euro ed è rivolta alle organizzazioni del Terzo settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Il contesto normativo

La legge Rognoni-La Torre e la successiva legge 109/96 per il riutilizzo sociale dei beni confiscati hanno permesso di creare cambiamenti importanti nella cultura democratica del Paese garantendo un riutilizzo degli spazi confiscati a fini sociali, economici e di pubblica utilità e generando opportunità per lo sviluppo di iniziative di imprenditorialità sociale. Un ulteriore passo avanti verso il riutilizzo sociale dei beni confiscati è stato fatto ultimamente con la legge n.161 del 17 ottobre 2017, che ha previsto la possibilità di assegnazione diretta dei beni confiscati a enti non profit da parte dell’Anbsc, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

I beni immobili confiscati sono oggi complessivamente quasi 20mila, di cui il 65% è localizzato nelle Regioni del Sud e circa il 58% è destinato a finalità sociali, secondo le rilevazioni della piattaforma OpenRegio. Se negli anni Novanta i beni immobili destinati annualmente non superavano le cento unità nelle Regioni del Sud, nell’ultimo biennio si è arrivati a destinare ben 2.500 beni, di cui oltre 1.500 a scopi sociali.

Il bando e le sue finalità

Per continuare a generare effetti di lungo periodo sui territori del Mezzogiorno, la Fondazione ha lanciato la quinta edizione del Bando beni confiscati con l’intento di creare lavoro e occupazione e riaffermare il valore etico e civico della riappropriazione da parte delle comunità di ciò che gli è stato sottratto con la violenza.

L’obiettivo è quello di valorizzare i beni confiscati con iniziative sociali nella convinzione che l’impiego efficace di un bene confiscato da parte del Terzo settore, oltre a produrre servizi utili alla collettività, abbia un profondo valore simbolico e rappresenti una vittoria della legalità sulla criminalità organizzata.

La Fondazione intende sostenere interventi duraturi che si dimostrino in grado di garantire una continuità operativa che vada ben oltre il termine del finanziamento e che sia capace di generare risorse economiche da reinvestire in attività sociali. Verranno quindi privilegiati i progetti che possono incidere significativamente sul tessuto socioeconomico di ciascuna comunità, anche in termini di utilità sociale come ad esempio l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, la creazione di un’impresa sociale, l’integrazione culturale di minoranze o gruppi fragili o la rigenerazione creata da nuove attività sociali e culturali. L’obiettivo generale è rendere il bene confiscato un patrimonio collettivo, condiviso e pienamente fruibile da parte della cittadinanza per un sostegno diffuso alle azioni progettuali proposte.

Le caratteristiche del bando

Il bando si articola in due distinti momenti: una prima fase finalizzata alla selezione delle proposte con maggiore impatto sul territorio di intervento e una successiva seconda fase di rimodulazione, volta ad arricchire la proposta e a chiarire eventuali aspetti critici rilevati nella fase di valutazione. Solo al termine della seconda fase la fondazione procederà all’assegnazione del contributo al soggetto responsabile di una o più delle proposte presentate in risposta al bando.

Il bando si rivolge a partnership composte da tre o più organizzazioni, di cui almeno due appartenenti al mondo del Terzo settore. Nei progetti potrà essere coinvolto il mondo delle istituzioni, quello della scuola, dell’università o della ricerca, e anche quello delle imprese. La partecipazione di enti for profit in qualità di soggetti della partnership non dovrà essere finalizzata alla ricerca del profitto, ma all’apporto di competenze e risorse per la crescita e lo sviluppo del territorio e della comunità locale. Inoltre i partenariati dovranno dimostrare l’effettiva disponibilità del bene confiscato per almeno 10 anni dalla data di scadenza del bando.

Il bando prevede la presentazione delle proposte progettuali esclusivamente online tramite la piattaforma Chàiros, entro le ore 13:00 del 14 settembre, procedendo quanto prima alla registrazione sul sito www.chairos.it oppure https://fondazioneconilsud.chairos.it.

 

 

 

 

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