L’imprenditrice abruzzese Fiorella Bafile ha creato la startup innovativa Tindora Cosmetics lanciando la prima linea cosmetica biotech basata sullo zafferano Dop dell’Aquila. Un’attività che permette di valorizzare il territorio e promuovere iniziative di supporto al Terzo settore.
di Andrea Ballocchi
Creare un’idea imprenditoriale capace di unire innovazione tecnologica e valorizzazione del territorio incentrata sullo zafferano, un prodotto dalla storia antica e dalle qualità uniche. Da qui nasce Tindora Cosmetics, startup innovativa fondata da Fiorella Bafile, imprenditrice abruzzese che ha sostenuto e sostiene economicamente la sua idea, senza agevolazioni o finanziamenti pubblici. Si tratta di una realtà giovane (è stata fondata nel 2017) che si basa sulle caratteristiche dello Zafferano dell’Aquila Dop, «il primo prodotto al mondo ad aver avuto il riconoscimento di Denominazione di origine protetta», ricorda la stessa. Dallo zafferano è nata così la prima linea cosmetica biotecnologica di alta gamma basata sull’utilizzo delle benefiche specificità di questo prodotto conosciuto e apprezzato da vari secoli.
Questa vocazione imprenditoriale, gestita a livello famigliare, è valsa a Fiorella Bafile il riconoscimento del Premio Phenomena all’imprenditoria femminile del Sud Italia. Il premio è organizzato da Ifta (Independent Fashion Talent Association) con il sostegno di Ice-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
Il Sud Italia si conferma terra di imprese guidate da una donna: se la media nazionale delle imprese gestite da imprenditrici è del 22%, al Meridione la percentuale sale al 25% in Abruzzo e con punte ancora più alte in Molise (27,4%) e in Basilicata (26,4%). Il confronto col Nord Italia è a netto favore del Sud: basti pensare ai numeri della Lombardia (18,9%), del Veneto (18,9%) e del Trentino Alto Adige (18,1%).
Tindora Cosmetics, la startup basata sullo zafferano Dop
Fiorella Bafile è il perfetto esempio di self made woman. Nel 1994 ha fondato la Wash Agency, società multiservizio. Successivamente, insieme al figlio Matteo Ioannucci, ha ideato e dato vita a Tindora Cosmetics volendo investire, senza alcun aiuto pubblico né privato, nel territorio colpito dal tragico sisma del 2009. Il progetto è stato presentato nella sede del comune dell’Aquila e intende produrre valore proprio in questa terra tanto bella quanto bisognosa di rilancio. «L’Aquila ha un territorio fantastico e con prodotti eccezionali, uno dei quali è un autentico protagonista: lo zafferano dell’Aquila Dop. Un prodotto dalle caratteristiche uniche: è un antiossidante, rivitalizzante, antinfiammatorio», illustra Bafile.
La linea Zafferano è frutto di un attento lavoro svolto da un team di chimici, biologi e dermatologi, finalizzato a ricercare e studiare le migliori materie prime della terra abruzzese in campo cosmetologico e unirle insieme per creare una gamma di prodotti unici. Per raggiungere questi obiettivi, ha scelto di rendere protagonista lo zafferano dell’Aquila Dop, coltivato nell’Altopiano di Navelli, al centro di un’intera linea cosmetica di prodotti per la cura del viso.
Imprenditoria e valorizzazione del territorio
La stessa imprenditrice, con Tindora Cosmetics, non si limita a impiegare lo zafferano aquilano, ma anche a sostenerne il suo valore per il territorio. Per questo eroga uno stanziamento annuale da destinare al Consorzio dello Zafferano dell’Aquila Dop. Dal reinvestimento di una parte dei profitti, ricavati dalla vendita dei cosmetici, si procede al sostegno di nuove startup legate alla coltivazione della preziosa spezia. «Ci siamo impegnati a mantenere economicamente la Banca dello Zafferano acquistando i bulbi e fornendoli ai giovani che intendono iniziare la coltivazione, così da tramandare una tradizione che stava scomparendo», ci racconta l’imprenditrice. «Occorre ricordare che la città dell’Aquila e i suoi monumenti più importanti sono stati realizzati grazie agli introiti garantiti dallo zafferano e della lana».
Già dalla prima metà del XIV secolo la città è ricordata per essere ricca di scambi e fiorente nel commercio di questi due prodotti. La nascita di Tindora Cosmetics si allinea su questa tradizione e sull’ambizione di «creare un’azienda cosmetica biotecnologica, il cui nome intende evocare da subito una caratteristica dello zafferano, quella di indorare la pelle». Si tratta di una proprietà conosciuta sin dai tempi più antichi: la regina Cleopatra faceva il bagno in acqua e zafferano proprio per beneficiare delle proprietà di questa pianta, ricorda la stessa imprenditrice.
Dalla società benefit alla creazione del laboratorio
Unire un’idea imprenditoriale per fare business e per fare del bene al territorio e a quanti ci vivono. Da qui si è concretizzata la volontà della stessa imprenditrice, lo scorso marzo, di trasformare Tindora Cosmetics in società benefit. Che cosa significhi questo lo spiega lei stessa: «essere società benefit significa non pensare solo a fare business, ma anche a creare valore al territorio, agli stakeholder e a tutto ciò che ruota intorno, facendo del bene».
Un esempio di che cosa significhi questo è il progetto, avviato con l’impresa sociale I Bambini delle Fate, specializzata in progetti di inclusione sociale per bambini e ragazzi con disturbi dello spettro autistico e disabilità. «A questo proposito sosteniamo il progetto Casa dei Sogni, per bambini e ragazzi autistici, a Pescara».
Ma la volontà della fondatrice di Tindora Cosmetics non si ferma certo qui. «Nel prossimo futuro il progetto più importante è creare, all’interno di Tindora a L’Aquila, un laboratorio nel quale fare ricerca, ma creare anche opportunità di lavoro».