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In arrivo il bando 8×1000 della Chiesa Valdese

La Chiesa Evangelica Valdese aiuta gli enti del Terzo settore con circa il 95% dell’8×1000 ricevuto ogni anno. Un primato di generosità suffragato da un grande rigore nella scelta dei progetti da sostenere.

di Marco Ehlardo

 

Uno degli storici finanziatori del Terzo settore ha appena pubblicato le linee guida per il nuovo bando 2022. Quali sono le motivazioni, gli obiettivi e i suggerimenti? Ne parliamo con Manuela Vinay, responsabile dell’8x mille della Chiesa Evangelica Valdese, Unione delle Chiese metodiste e valdesi.

La Chiesa Valdese è uno degli enti storicamente più vicini al Terzo settore, che finanzia progetti laici per organizzazioni di ogni tipologia e dimensione. Quali sono le motivazioni e gli obiettivi di questo impegno, che va anche oltre i confini nazionali?
«Con la decisione di accettare i fondi provenienti dall’8xmille dell’Irpef, la Chiesa Valdese, unione delle chiese metodiste e valdesi, ha deciso di fare un patto con i contribuenti: tali importi non sarebbero andati a sostenere le attività ecclesiastiche o il sostentamento dei pastori e delle pastore, ma sarebbero andati a sostegno di interventi educativi, sociali, culturali e per l’ambiente, sia in Italia sia all’estero. Un modo per “restituire” alla società quanto ricevuto. Tale decisione fu dettata dalla volontà del Sinodo di mantenere la propria indipendenza e chiamare i propri membri al senso di responsabilità attraverso l’autofinanziamento».

Che cosa spinge secondo lei i contribuenti ad avere fiducia nell’ente e a sceglierlo durante la propria dichiarazione dei redditi?
«I contribuenti sono sempre più sfiduciati, siamo arrivati al 59% di persone che non scelgono a chi destinare l’8xmille. Una cifra molto alta che ci deve far riflettere. Senza considerare che, chi non firma, in realtà si vede attribuire il proprio 8xmille in modo automatico in base alla percentuale di chi ha espresso una scelta. La restante parte, ovvero chi firma, ha le idee chiare, sa chi vuole sostenere e sceglie in base alle proprie affinità, alla fiducia in merito all’utilizzo, ai principi che sono alla base dell’ente che li gestisce. Nel nostro caso credo che venga premiata la trasparenza. Ogni anno pubblichiamo elenco dettagliato degli enti e anche dettaglio delle spese di gestione».

Avete scelto di destinare il 95% dell’8×1000 che ricevete al finanziamento di progetti presentati da enti del Terzo settore. È cambiato qualcosa nei criteri di valutazione degli ultimi anni? Ci sono categorie di intervento e settori che in futuro intendete prendere maggiormente in considerazione?
«Il nostro è un bando che potremmo definire “generalista” con molte categorie di intervento. Ci siamo interrogati e ci stiamo ancora interrogando se e come dare maggiore impatto ad alcune categorie piuttosto che ad altre ma, a oggi, non siamo riusciti a trovare una convergenza che ci soddisfi e quindi per il momento proseguiamo con lo stesso approccio degli ultimi tempi. Sicuramente negli ultimi anni e nei prossimi, staremo più attenti e valuteremo con maggior favore quelle proposte progettuali che sapranno sostenere le proprie azioni sulla base di dati oggettivi e risultati ottenuti».

Alcuni enti si stanno concentrando sul finanziamento di attività di rafforzamento organizzativo degli enti del Terzo settore. Crede che sia una scelta vincente? Avete anche voi questo come obiettivo presente o futuro?
«Sicuramente è importante che gli enti si rafforzino nella loro organizzazione e siamo contenti che molti enti sostengano questa scelta, ma al momento noi non abbiamo questa priorità, preferendo investire su progetti a favore delle comunità e dei territori».

Come viene svolto il processo di valutazione delle proposte progettuali e quali sono gli elementi che valutate positivamente e negativamente? Come monitorate e valutate i risultati dei progetti sostenuti e il loro impatto sociale?
«Il processo di valutazione è suddiviso in due parti. La prima fase riguarda esclusivamente gli aspetti formali di rispetto dei requisiti delineati dal bando. Siamo molto severi in questa fase, anche perché la maggior parte degli errori sono chiaramente dettati da disattenzione o da una non completa e corretta lettura del bando. La seconda fase di valutazione entra nel merito della proposta e ci sono molte componenti che entrano in gioco. Partendo dal presupposto che il progetto sia scritto in modo completo, si valuta anche la zona di realizzazione e quante richieste sono arrivate nel medesimo territorio, sia in Italia sia all’estero. In merito ai risultati prima della pandemia andavamo spesso in visita presso gli enti. Ci auguriamo di poter tornare presto a farlo. Informazioni in merito sono comunque richieste nella reportistica e chiediamo spesso integrazioni quando non riteniamo che le informazioni ricevute siano soddisfacenti».

Nel 2020 la Tavola Valdese ha deciso di assegnare parte dei fondi dell’8×1000 per l’emergenza sanitaria. Quanto e come questa situazione ha inciso sulle vostre priorità e che tipo di risultati sono stati raggiunti con questa azione?
«Il fondo Covid che abbiamo istituito è andato in parte per l’emergenza sanitaria e siamo stati contenti di aver dato il nostro contributo, che è stato molto concreto. Abbiamo pubblicato sul nostro sito tutti gli interventi fino a ora sostenuti. Parte del fondo deve ancora essere stanziato, e la Tavola Valdese sta ancora valutando come poter intervenire in un’ottica di rilancio e ripresa».

Un progetto finanziato di cui andate particolarmente orgogliosi?
Sicuramente siamo orgogliosi del progetto dei corridoi umanitari che sosteniamo insieme alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia e Sant’Egidio. Ne andiamo fieri non solo perché “chi salva una vita salva il mondo intero”, ma anche perché abbiamo dimostrato che esistono dei modelli possibili in un momento in cui solo parlarne sembrava da pazzi visionari. Ora tutti parlano di corridoi umanitari e il modello è stato replicato da altri Paesi».

Di recente avete pubblicato le linee guida per il bando 2022, che si aprirà dal 7 al 27 gennaio 2022. Che consigli può dare alle organizzazioni interessate?
«Il consiglio che posso dare è di leggere il bando attentamente, leggere anche gli allegati al bando, ci sono anche le Faq già pubblicate e altre ne pubblicheremo che chiariscono molti dubbi. Ogni anno si fermano in fase di istruttoria molte richieste che chiaramente dimostrano una poco attenta lettura del bando e dei suoi allegati e a noi spiace sempre molto. Soprattutto perché, a volte, dietro a un progetto bloccato per motivi formali, c’è un’importate attività per il territorio».

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