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Quando le competenze digitali sono “In progresso”

InProgresso

Con una dotazione di 10 milioni di euro il bando “In progresso” intende promuovere lo sviluppo delle competenze digitali dei lavoratori con mansioni a forte rischio di sostituibilità. Scadenza 4 agosto.

 

di Franco Genovese

 

Un’altra importante misura di sostegno del Fondo per la Repubblica Digitale sta per chiudere i battenti. Si tratta del bando In progresso, destinato allo sviluppo delle competenze digitali dei lavoratori con mansioni a forte rischio di sostituibilità, che accoglierà candidature fino al 4 agosto.

Il Fondo per la Repubblica Digitale è un’innovativa formula di intervento nata dalla partnership tra il ministero per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale e il ministero dell’Economia e delle finanze da una parte e dall’Acri, l’associazione delle fondazioni di origine bancaria dall’altra. L’obiettivo dell’iniziativa è la digitalizzazione del Paese per accrescere le competenze dei cittadini, con un particolare focus su Neet, donne, disoccupati e inattivi, e sostenere progetti rivolti alla formazione e all’inclusione digitale, così come previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e dal Fondo nazionale complementare.

Gli obiettivi del bando

Il bando “In progresso” promuove lo sviluppo di competenze digitali dei lavoratori con mansioni a forte rischio di sostituibilità a causa dei rapidi progressi nello sviluppo dell’automazione e dell’innovazione tecnologica. L’intento è quello di garantire le condizioni minime di permanenza nel mondo del lavoro e migliori opportunità professionali in un periodo storico nel quale il deficit di competenze digitali si fa sentire con sempre maggior forza.

In Italia ben 26 milioni di persone non posseggono infatti le competenze digitali di base: si tratta del 54% della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni, rispetto al 46% della media Ue. Il nostro Paese si posiziona quindi al 18esimo posto su 27, secondo i dati raccolti dalla Commissione europea tramite il Desi (Digital economy and society index). La bassa percentuale di cittadini con competenze digitali è solo la punta dell’iceberg di ritardi più ampi. I dati mostrano che il gap digitale italiano si innesta in un contesto di mancanza di conoscenze più esteso che comprende abilità cognitive complementari, dette anche soft skills. Questo ritardo produce un impatto sulla reale “cittadinanza digitale” e sull’accesso ai servizi della pubblica amministrazione da parte di tutti i cittadini. Ma incide soprattutto sull’adeguamento delle competenze dei lavoratori al mutare delle esigenze del mercato del lavoro.

Il ruolo del Fondo

Un recente studio dell’Università di Trento conferma che nei prossimi 15 anni la quota di lavoratori e lavoratrici ad alto rischio di rimpiazzo tecnologico si attesterà in Italia tra il 33% (7,12 milioni di persone) e il 18% (3,87 milioni), se si considerano rispettivamente le professioni automatizzabili o le singole mansioni. Le mansioni ad alto rischio di automazione interessano diversi settori: trasporti e logistica, supporto d’ufficio e amministrativo, produzione, servizi e settore della vendita. Tutto ciò rende necessaria un’azione di adeguamento del know-how attraverso azioni di upskilling dei lavoratori. In questo scenario interviene il Fondo per la Repubblica Digitale con il lancio periodico di iniziative volte allo sviluppo della digitalizzazione nel Paese per permettere a imprese e lavoratori di restare competitivi sul mercato e favorire migliori condizioni economiche e sociali per le comunità.

Le iniziative di sostegno del Fondo per la Repubblica Digitale sono continuative e offrono opportunità diversificate, come i bandi Futura e Onlife, chiusisi a dicembre 2022, o il bando Prospettive, parallelo a questo di cui stiamo parlando, dedicato agli inoccupati e alle donne con basse competenze digitali, e anch’esso in scadenza il 4 agosto.

Come partecipare

Il bando mette a disposizione un unico plafond con un ammontare complessivo di 10 milioni di euro per progetti da attivare su tutto il territorio nazionale. Le proposte progettuali devono prevedere azioni in grado di assicurare un’offerta formativa efficace e qualificata che agisca sull’apprendimento e il rafforzamento di competenze digitali per la riqualificazione dei lavoratori e delle lavoratrici con incarichi sostituibili perché automatizzabili.

Le proposte progettuali devono essere presentate esclusivamente online sulla piattaforma Re@dy presentando in modo dettagliato gli obiettivi e le attività del progetto, il target di riferimento descrivendone in modo preciso il profilo professionale, il numero di beneficiari attesi nonché il bisogno specifico che il progetto intende colmare. Molto importante è la descrizione dei risultati attesi in termini di effetti diretti sulle competenze, nonché dei risultati indiretti come ad esempio l’impiego in mansioni a più alto valore aggiunto, o le migliori condizioni lavorative. L’offerta formativa deve inoltre specificare i contenuti e la struttura, le metodologie e i format, le professionalità e il know-how coinvolti, e deve evidenziare le modalità in grado di assicurare la partecipazione attiva e il completamento del percorso formativo.

Soggetti beneficiari

Le proposte possono essere presentate da soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e da enti del Terzo settore attraverso partnership costituite da almeno due soggetti con un ruolo attivo nella coprogettazione e nella realizzazione del progetto formativo. Ogni partnership deve inoltre prevedere almeno una organizzazione profit o non profit avente lavoratori con mansioni ad alto rischio di sostituibilità a causa dell’automazione e dell’innovazione tecnologica. Le candidature possono essere presentate entro le ore 13:00 del 4 agosto.

 

Per maggiori informazioni consultare il regolamento del bando.

 

 

 

 

 

 

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