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Come ho sfruttato SelfiEmployment per la mia impresa

Sono sempre tante le difficoltà che si incontrano nel processo di partecipazione a un bando. Ne parliamo con una giovane imprenditrice che, con tenacia e pazienza, è riuscita a lanciare la propria agenzia di viaggi.

 

di Roberto Antiseri

 

Tempistiche strette, tante domande e informazioni scarne possono compromettere il buon esito di una richiesta di finanziamento. Anche quando le cose sembrano facili. Ma quali sono le principali criticità da affrontare nell’approcciare un bando? Lo abbiamo chiesto a Sofia Calathopoulos, fondatrice e direttore tecnico di MyDigitalTravelAgency, un’agenzia viaggi digitale sostenuta dall’incentivo di Invitalia SelfiEmployment. Si tratta di una misura destinata ai giovani con meno di 29 anni che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet, e che prevede un finanziamento a tasso zero da 5mila a 50 mila euro. Per questo importante contributo non vengono richieste garanzie e i prestiti possono essere restituiti in cinque anni.

 

Sofia, ci puoi raccontare di quale misura di sostegno hai usufruito per il lancio della sua startup innovativa, soprattutto dal punto di vista dell’acquisizione della strumentazione tecnologica e digitale?

«Ho iniziato la costruzione di MyDigital a ottobre 2020, quindi in piena pandemia, dopo che il mio contratto di apprendistato in agenzia viaggi non era stato rinnovato a fine settembre. MyDigital è un progetto che studio dal 2017, stavo aspettando l’opportunità giusta per lavorarci concretamente, non prima di aver fatto esperienza nel settore, essere diventata direttore tecnico di agenzia viaggi e tour operator a livello nazionale con esame fatto a giungo 2020, e aver capito economicamente a quali fondi potessi aderire, oltre ai miei risparmi. Già nel 2017 ero venuta a conoscenza del bando SelfiEmployment e del corso Yes I Start Up, ai quali non avrei potuto accedere se non fossi stata disoccupata o inoccupata. Quindi nel giro di due settimane dalla mia effettiva disoccupazione, mi sono iscritta al corso Yes I Start Up dove, in due mesi, ho preparato business plan. E a gennaio 2021 ho presentato richiesta a SelfiEmployment, il cui esito positivo è arrivato a marzo 2021».

 

Quali spese sei riuscita a coprire con il contributo ottenuto?

«Il fondo ha coperto le spese ingenti di start-up aziendale, quindi la realizzazione del sito e-commerce e tutto ciò che ruota intorno a esso, i software gestionali necessari, l’applicazione, il digital marketing, quindi tutti i beni immateriali necessari alla costruzione della mia azienda digitale. Quanto agli strumenti tecnologici, eravamo già in possesso di due Pc portatili e due smartphone, altro non serviva. Se non ci fosse stata la pandemia saremmo stati sicuramente tutti più felici, ma è stato per me il momento cruciale per poter realizzare MyDigital. Il mondo era fermo, il turismo pure, ho perso il lavoro ma ho creato il mio futuro, non avrei potuto farlo diversamente se non licenziandomi. MyDigital è frutto della digitalizzazione e dei nuovi trend di settore, accentuati anche dalla pandemia, e vuole essere la rivoluzione della concezione tradizionale di agenzia viaggi in chiave moderna, smart e futuristica. E ci stiamo riuscendo».

 

Chi ti ha consigliato il bando e quali criticità hai incontrato nel redigere il progetto?

«Le informazioni su SelfiEmployment le ho trovate con una banalissima ricerca Google nel 2017 dove cercavo fondi e aiuti a favore dell’imprenditoria giovanile e femminile. Non ho pertanto ricevuto consigli né tantomeno sono stata indirizzata da qualcuno, ho fatto tutto da sola. Le criticità nel redigere il progetto sono state parecchie, avevo in mente tantissime belle idee che andavano concretizzate. Non avendo studi economici alle spalle, il mondo dell’economia aziendale era per me un buco nero. Io conoscevo il mio settore e cosa volevo fare, tutto il resto era vuoto cosmico. Il corso Yes I Start Up è stato fondamentale, senza quello non avrei saputo come redigere un business plan, fare previsioni di vendita, obiettivi e tante altre cose. Il corso mi è quindi servito per dare concretezza alle mie idee seguendo una linea e dandole numeri e obiettivi. Il progetto è però solo frutto della mia mente creativa e vulcanica ed è in continua evoluzione. Ogni virgola del progetto è scritta, pensata e concretizzata da me».

 

Ma qualcuno ti avrà guidata…

«L’aiuto più grande ricevuto è stato quello di colui che reputo il mio project manager, nonché il titolare dell’azienda che segue il mio sito internet, il marketing e gli strumenti tecnologici. Dall’inizio a oggi non mi ha mai lasciata sola moralmente in questo percorso difficilissimo e pieno di cambi di rotta, la sua presenza va oltre alla fornitura dei suoi servizi, è il mio posto sicuro quando ho progetti nuovi, quando ho paura, quando non so fare qualcosa, essendo lui stesso un imprenditore affermato».

 

Che cosa ti senti di consigliare rispetto alle opportunità offerte dalle misure di sostegno per giovani e donne imprenditrici?

«La prima cosa che mi sento di consigliare è di fare ciò che si sa fare, evitando di improvvisarsi in ambiti mai conosciuti prima. Il percorso di imprenditoria è davvero difficile e il livello di impegno che serve non è misurabile. I sacrifici sono tanti ma i risultati poi piano piano arrivano. Fatelo solo se ve lo sentite nell’anima e se siete sicuri che quella è l’unica strada che desiderate prendere. Nel mio caso, MyDigital è mia figlia e quindi la mia ragione di vita, il motivo per cui ogni mattina mi alzo felice e combatto».

 

Insomma, le opportunità ci sono? E come si fa a intercettarle?

«Le opportunità di sono, oltre ad alcune misure regionali che vanno tenute sotto controllo, ci sono tutte quelle proposte dallo Stato e dal microcredito e gestite da Invitalia. Parlo di SelfiEmployment, Nuove imprese a tasso zero, Io resto al Sud e di tante altre. Basta rimanere sempre connessi e tenere monitorati i nuovi bandi e le nuove opportunità. Ma nulla cade dal cielo o viene regalato, anche solo preparare un bando o gestirne la burocrazia correlata è un lavoro molto difficile. Inoltre è necessario circondarsi di persone e fornitori che credano nel tuo progetto e che ti incoraggino a portarlo avanti nonostante i momenti di difficoltà, che sono più di quelli sereni. Abbiate una mentalità ferrea e una devozione totale perché la buona riuscita dipende da voi. Le soddisfazioni che ne derivano poi sono impagabili».

 

Hai già curiosato tra le nuove misure di sostegno all’imprenditoria femminile e giovanile o tra quelle del Pnrr dedicate alle agenzie turistiche e ai tour operator? C’è qualcosa di interessante?

«Certamente. Ho partecipato ad altri due bandi, uno nel 2021, quando non ero ancora costituita come azienda, denominato Smart Contact Tourism, nel quale si vincevano 20mila euro a fondo perduto, ma ci siamo classificate quarantesime su 420 progetti e ne venivano selezionate solo 20. Il secondo bando è stato il Fondo Impresa Femminile del Pnrr di giugno. La valutazione della nostra domanda è sospesa per esaurimento fondi. È stata una grande delusione perché nel nuovo business plan c’era il futuro di due anni di azienda e per questo sostengo che il metodo di valutazione non sia efficace e meritocratico. Ritengo che sia stato mal gestito. Sono state accettate 8mila domande pur sapendo che i fondi disponibili avrebbero coperto sì e no 800 progetti. Si procedeva alla valutazione in ordine cronologico di ricezione domanda. Noi abbiamo protocollato in un minuto di orologio e siamo arrivate a essere 4.850esime. In questo modo se il progetto numero 8.000 è quello che salva il mondo l’organizzazione valutativa non lo saprà mai perché non arriverà neanche a valutarlo. Nonostante questo, con tutte le difficoltà del caso, con o senza bando, ho iniziato a portare avanti uno dei progetti di espansione che avrei dovuto fare nei prossimi due anni in caso di vincita. Continuerò quindi a portare avanti il mio progetto di espansione ma spero in una seconda edizione del Fondo Impresa Femminile o di altre opportunità interessanti, i fondi servono a tutti».

 

 

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