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Al via il bando Macchinari Innovativi

Il bando Mise da 132,5 milioni di euro rappresenta una grande occasione per far emergere le piccole e medie imprese delle regioni del Sud Italia.

di Alessia Merola

Concorrere all’innovazione del tessuto imprenditoriale del Paese non può che essere sfidante. In ambito aziendale, l’innovazione non può prescindere dalla ricerca continua, dallo svolgimento di attività di sviluppo sperimentale ma, soprattutto, dall’acquisto di asset tecnologici, materiali e immateriali, il cui utilizzo garantisce l’implementazione e l’efficientamento dei processi di produzione e di erogazione di servizi. Per poter conseguire un’innovazione oggettiva, credibile per il mercato ma soprattutto utile ai fini dei processi produttivi aziendali, non è sufficiente rinnovare la propria dotazione di macchinari, attrezzature e software, ma è necessario farlo con mente illuminata e lungimirante, oltre che con capacità imprenditoriali e forte conoscenza del mercato di riferimento. In altre parole, l’attuazione dei programmi di investimento deve contemplare un’innovazione ben inserita oltre che nel piano strategico aziendale, anche nel mercato specifico in cui l’impresa opera, rispondendo a specifiche esigenze in termini di prodotto e di time-to-market.

Apre il secondo sportello del bando

Tuttavia, investimenti importanti in asset innovativi comportano molto spesso delle barriere di capitale e, nel panorama imprenditoriale italiano, caratterizzato da un’indiscussa numerosità di micro, piccole e medie imprese, è necessario ricorrere a specifici strumenti di agevolazione, ovvero a contributi pubblici. I dati dell’indagine condotta da Invid-Banca d’Italia confermano che i principali ostacoli a investire nell’innovazione sono gli elevati costi iniziali (per oltre il 43% delle imprese), la mancanza di personale qualificato (40%) e le difficoltà a ottenere finanziamenti (per oltre un quarto delle imprese). In questo scenario si inserisce il bando Macchinari Innovativi emanato dal Ministero dello Sviluppo Economico per il quale è in via di apertura il secondo sportello per la presentazione delle domande. La misura è finanziata con 132,5 milioni di euro, una cifra pari a quella già messa a disposizione lo scorso anno dal Ministero con l’apertura del primo sportello del bando. Si tratta di risorse a valere sul Programma operativo nazionale “Imprese e competitività” 2014-2020 Fesr. La norma agevolativa riconducibile al Decreto Direttoriale del 30 ottobre 2019 e rivolta a Pmi, reti di imprese e professionisti delle regioni del Sud, nasce proprio con l’obiettivo di rafforzare la competitività dei sistemi produttivi e lo sviluppo tecnologico nei territori delle Regioni meno sviluppate riconducibili alla Basilicata, alla Calabria, alla Campania, alla Puglia e alla Sicilia.

I criteri di ammissibilità

Sulla scorta di quanto disposto dalla norma, i programmi di investimento innovativi, per risultare ammissibili, dovranno essere finalizzati a consentire la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese mediante l’utilizzo delle tecnologie abilitanti afferenti al piano Impresa 4.0, ovvero atte a favorire la transizione dell’impresa verso il paradigma dell’economia circolare con l’adozione di soluzioni in grado di rendere il processo produttivo più sostenibile. Pertanto gli stessi programmi dovranno prevedere la realizzazione di investimenti innovativi, diretti ad aumentare il livello di efficienza e/o di flessibilità nello svolgimento dell’attività economica del soggetto proponente. I comparti di intervento sono riconducibili a quello manifatturiero e dei servizi alle imprese. Non sono ammissibili alle agevolazioni i programmi di investimento inerenti al settore siderurgico, del carbone, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e delle relative infrastrutture, nonché della produzione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche.

Si allarga il ventaglio delle spese ammissibili

Ulteriore elemento di interesse del bando è rappresentato dal ventaglio delle spese ammissibili che, al contrario di quanto la nomenclatura possa far pensare, include, oltre ai macchinari, anche attrezzature di produzione e beni immateriali capitalizzabili funzionali allo svolgimento dell’attività aziendale, nonché mezzi mobili (non targati) strettamente necessari al ciclo di produzione e dimensionati in base all’effettiva capacità produttiva, a servizio esclusivo dell’unità produttiva oggetto del programma di investimento. Il bando prevede che i beni agevolati mantengano la loro funzionalità rispetto al programma di investimento per almeno 3 anni dalla data di erogazione a saldo delle agevolazioni. Le agevolazioni sono concesse nei limiti delle intensità massime di aiuto stabilite ai sensi del Regolamento Gber dalla Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale, nella forma del contributo in conto impianti e del finanziamento agevolato, sulla base di una percentuale nominale delle spese ammissibili pari al 75%. L’entità del contributo viene ripartita in base alla dimensione aziendale dell’impresa, in particolare per le imprese di micro e piccola dimensione, è previsto un contributo in conto impianti pari al 35% e un finanziamento agevolato pari al 40%; Inoltre per le imprese di media dimensione, c’è un contributo in conto impianti pari al 25% e un finanziamento agevolato pari al 50%. Il finanziamento agevolato, non assistito da particolari forme di garanzia, deve essere restituito dal soggetto beneficiario senza interessi a decorrere dalla data di erogazione dell’ultima quota a saldo delle agevolazioni, secondo un piano di ammortamento a rate semestrali costanti, in un periodo della durata massima di 7 anni.

Non resta dunque che metterci al lavoro, investendo in innovazione, quale risposta più forte alla sofferenza del sistema produttivo italiano. Chi investe in progetti di innovazione riesce a essere più competitivo sul mercato e a incrementare il fatturato anche nei momenti di crisi come quello che, da oltre un anno, stiamo vivendo.

 

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