Manca sostanzialmente un anno alla scadenza ultima prevista dal D.L. n. 82/2022, relativo all’accessibilità dei prodotti e servizi informativi. Il decreto, che recepisce la Direttiva Europea n. 882/2019 (c.d. “Accessibility Act”), stabilisce che entro il 28 giugno 2025: tutte le imprese private siano tenute a rendere i loro siti Web pienamente accessibili.
di Antonio Nastri
Si tratta di un vincolo che esiste già da 4 anni per le pubbliche amministrazioni e da 2 anni per le grandi imprese (con un fatturato medio superiore ai 500 milioni di euro) e che tra non molto coinvolgerà tutte le imprese private, inclusi gli enti del Terzo Settore, che forniscono servizi di interesse pubblico.
La normativa
La normativa costituisce un elemento fondamentale nel percorso di promozione dell’inclusività, poiché risponde all’obiettivo di garantire la fruizione di contenuti e servizi digitali da parte di tutti i cittadini/utenti, indipendentemente dalle loro capacità fisiche e/o cognitive. Essa, tuttavia, impone degli adempimenti non semplicissimi da rispettare, soprattutto per organizzazioni di piccole dimensioni. C’è, infatti, l’obbligo di:
- adeguare il sito Web alle Linee Guida sull’Accessibilità Web (WCAG);
- pubblicare contenuti accessibili;
- pubblicare una dichiarazione di accessibilità, con la descrizione dello stato di conformità del sito e informazioni su eventuali contenuti non accessibili
- rendere disponibili procedure di feedback che permettano agli utenti di segnalare gli eventuali problemi di accessibilità e di chiedere assistenza.
Un’opportunità
Se è vero che questi adempimenti possono risultare complessi da rispettare e richiedono investimenti necessari per l’adeguamento dei siti Web, è altrettanto vero i cambiamenti introdotti D.L. n. 82/2022 rappresentano anche un’opportunità per tutti gli Enti del Terzo Settore, nella misura in cui contribuiscono al miglioramento dei servizi offerti e alla loro capacità di valorizzare il proprio impegno per un mondo più accessibile.
Il dettaglio
Più in dettaglio, i principali benefici derivanti dal Decreto e dall’Accessibility Act per gli ETS possono essere così riassunti:
- possibilità di ampliare la propria utenza anche mediante la diversificazione degli accessi. L’implementazione di standard specifici di accessibilità consentirà agli enti di intercettare un’utenza più ampia;
- potenziamento dell’impatto sociale. Il miglioramento dell’accessibilità dei servizi Web permetterà all’organizzazione di contribuire in maniera ancor più concreta alla promozione dell’equità e dell’inclusione nella società;
- Migliore allineamento delle proprie pratiche ai principi etici e ai valori dell’organizzazione. Molti Enti del Terzo Settore si fondano su valori di giustizia sociale e inclusione, e i servizi che offrono al pubblico sono normalmente ispirati a tali valori. L’adesione ai principi dell’Accessibility Act garantirà ancor di più l’aderenza dei comportamenti e delle pratiche organizzative ai valori dell’Ente.
Gli obiettivi
Proprio sulla base di questi benefici attesi, il D.L. n. 82/2022 e l’Accessibility Act non devono essere visti esclusivamente come leggi da rispettare, ma anche come un’opportunità cruciale per tutto il mondo no profit per rafforzare il proprio impegno verso l’uguaglianza di accesso e l’inclusività.
Investire nelle modifiche necessarie per garantire che i servizi siano accessibili a tutti contribuirà non solo a migliorare l’esperienza di utilizzo di tali servizi da parte degli utenti, ma consoliderà la reputazione dell’ente e, soprattutto, favorirà l’impegno collettivo e continuo nella costruzione di una società più giusta ed equa per tutti.