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Tipicità e innovazione insieme per la nutraceutica

Sabrina Fiorentino Sestre

La startup pugliese Sestre produce integratori specifici per problematiche femminili impiegando ingredienti naturali ottenuti da materie prime del territorio. Una scelta innovativa che si è rivelata vincente. Intervista a Sabrina Fiorentino, fondatrice dell’azienda.

 

di Andrea Ballocchi

 

Unire innovazione e attenzione ai prodotti tipici del territorio per creare integratori nutraceutici dedicati ad alcune specifiche necessità femminili. Con questa finalità è nata Sestre, startup pugliese fondata dalle sorelle Sabrina e Silvia Fiorentino. La storia di questa realtà innovativa insegna, ancora una volta, quanto una buona idea, unita alla determinazione e all’amore verso la propria terra, possano creare le basi del successo.

Nel giro di pochissimi anni questa piccola realtà è riuscita a farsi conoscere e oggi può vantare almeno 1.500 clienti e un fatturato che si è moltiplicato nel giro di tre anni. Nel 2021 Sabrina Fiorentino è stata nominata tra le 10 imprenditrici di successo di SheTech, l’associazione non profit nata con l’obiettivo di colmare il gender gap nel mondo del digitale e dell’imprenditoria, attraverso attività di networking, empowerment e formazione. Mentre nel 2022 il suo nome compare tra le 50 imprenditrici più innovative dell’anno nella Fab50 del premio GammaDonna.

Imprenditrici e sorelle: la nascita di Sestre

È una storia di affetti familiari, quella di Sestre, parola mutuata dalla lingua bosniaca che significa “sorella” e che si spiega con il fatto che le due fondatrici sono sorelle. La startup pugliese è nata da un radicale cambio di vita da parte di Sabrina Fiorentino, Ceo dell’azienda: «Nel 2017 decisi di licenziarmi dal mio lavoro presso una realtà leader in omeopatia, a Milano, per ritornare in Puglia e creare questa startup. Ho chiesto a mia sorella Silvia di seguirmi in quest’avventura, io come farmacista e lei come biologa». Da lì le sorelle Fiorentino hanno avviato una collaborazione con l’Università degli Studi di Bari, in particolare con Filomena Corbo, docente di chimica degli alimenti, creando un progetto scientifico dedicato.

Sestre sviluppa integratori nutraceutici pensati, in particolare, per la fertilità e per migliorare la qualità della vita nelle donne che soffrono di patologie croniche come l’endometriosi, patologia spesso asintomatica difficile da diagnosticare (nel 30-40% dei casi la scoperta è accidentale e occorrono circa sette anni prima di arrivare a una diagnosi, nda) e di cui soffrono circa tre milioni di donne.

Dalla dieta mediterranea un aiuto alle problematiche femminili

Sestre nasce dall’idea di identificare i principi attivi della dieta mediterranea e la loro finalità salutistica. «Il rientro nella natia Puglia è legato anche al desiderio di valorizzare al massimo il territorio, attraverso questa nostra startup. Abbiamo cominciato a studiare, insieme all’ateneo barese, gli alimenti tipici, vale a dire uva, carciofi, finocchi, che hanno in sé proprietà epigenetiche scientificamente comprovate, potendo apportare benefici alla salute umana». Dall’attività di ricerca e sviluppo sono nati i primi integratori e la volontà di proporsi sul mercato. Così è stata avviata la collaborazione con alcune farmacie locali.

Dopo due anni, nel 2020, Sabrina e Claudia Fiorentino hanno deciso di allargare il progetto e di esportarlo anche nella parte digitale ed è a questo punto che avviene l’incontro con altre due sorelle, Sonia e Gloria Elicio, esperte di digital growth business strategy. Da qui è partito il progetto online che ha permesso a Sestre di farsi conoscere nel mondo, attraverso il sito web e il canale e-commerce e di crescere in maniera esponenziale.

Dall’avvio alla digitalizzazione, l’utilità dei fondi pubblici

Per l’avvio della startup le due sorelle Fiorentino hanno impiegato risorse economiche proprie. Una scelta motivata dalla difficoltà ad accedere a finanziamenti pubblici. «Solo a distanza di tre anni abbiamo avuto accesso a un finanziamento pubblico della Regione Puglia». Si tratta delle agevolazioni Tecnonidi, Microcredito e del fondo nato per sostenere le startup e imprese innovative di piccola dimensione iscritte da non più di cinque anni al Registro delle imprese, che intendono realizzare piani di investimento in ambito tecnologico.

Grazie a questi fondi pubblici (circa 150mila euro) Sestre sta sviluppando una piattaforma tecnologica per monitorare al meglio i propri clienti. «Noi oggi abbiamo più di 1.500 clienti, per lo più donne interessate ai nostri prodotti, costituiti da integratori per le disfunzioni ormonali femminili e per la fertilità», racconta sempre Sabrina Fiorentino. «Patologie come l’endometriosi e la sindrome dell’ovaio policistico o altre disfunzioni ormonali non hanno una vera e propria terapia farmacologica. Poiché esse coinvolgono in maniera olistica l’organismo umano, abbiamo lavorato per mettere a punto integratori in grado di migliorare la qualità della vita di chi ne soffre».

Una piattaforma come base per trial clinici

È un ambito solo parzialmente coperto dalla farmacologia, ma che ha un’importanza fondamentale per le donne. «La nostra proposta non è solo quella di vendere un integratore: grazie alla possibilità di contare su un team scientifico interno andiamo a supportare le donne e ad accompagnarle in un percorso fino al raggiungimento del loro obiettivo, che può essere quello della gravidanza o di un miglioramento della qualità di vita. Per fare questo noi oggi utilizziamo un chatbot, cioè un software che permette di interagire con gli utenti, fornendo a chi ci contatta di fornire un primo riscontro utile circa l’integratore più idoneo per il suo problema specifico», specifica ancora Sabrina Fiorentino, spiegando che la piattaforma servirà a monitorare giornalmente i progressi dal punto di vista psicofisico, permettendo anche di mettere in relazione i pazienti con la community di professionisti medico-scientifici che collaborano con Sestre.

Non solo, con la piattaforma la startup intende riuscire a gestire meglio i propri dati e utilizzarli per svolgere trial clinici. «Vogliamo promuovere la ricerca scientifica sulle donne anche perché purtroppo c’è un gender gap nella ricerca scientifica, basata di solito in maniera prevalente sulla popolazione maschile perché è più semplice da analizzare rispetto a quella femminile».

Tipicità del territorio e ricerca scientifica: un binomio vincente

Una delle peculiarità alla base di Sestre, come detto, è la volontà di combinare principi attivi ricavati per lo più da prodotti tipici del territorio con la creazione di nutraceutici. «Ogni formulazione predilige un alimento della dieta mediterranea. Per esempio, il prodotto per la fertilità femminile contiene come elemento principale il resveratolo, principio attivo presente nell’uva, mentre il prodotto per l’intestino utilizza carciofi, broccoli e arance. Nella ricerca di queste materie prime noi svolgiamo un lavoro, molto complesso, mirato alla ricerca di produttori locali di alimenti di elevata qualità utilizzabili in ambito nutraceutico. Tuttavia non basta essere semplici coltivatori agricoli, occorre anche essere aziende certificate che possono garantire determinati standard qualitativi. La differenza tra i prodotti Sestre e i principali competitor è proprio questa. Noi abbiamo deciso di scegliere prevalentemente materie prime derivanti da prodotti locali. È una scelta che si traduce in costi più elevati». Il prossimo passo sarà di completare la filiera, producendo all’interno dell’azienda gli alimenti alla base degli integratori.

Le novità del 2023

Il 2023 sarà caratterizzato da diverse novità: «Quest’anno lanceremo altri cinque prodotti, ampliando il nostro bacino di utenza e ci rivolgeremo in maniera sempre più specialistica alle problematiche ormonali», racconta la Ceo. «Il mese prossimo presenteremo il primo prodotto per l’uomo legato alla promozione della fertilità maschile, a base di licopene, principio presente nel pomodoro. Poi avvieremo un progetto di ricerca sull’endometriosi e sul dolore pelvico legato a questa patologia». A quest’ultimo proposito Sestre ha ottenuto un assegno di ricerca, sempre della Regione Puglia, denominato Riparti, con cui verrà condotta per 18 mesi la ricerca sull’endometriosi in collaborazione con l’Università e in collaborazione con altri enti di ricerca, tra i quali c’è l’ospedale generale regionale Miulli, specializzato sulla salute femminile con cui verrà avviato il trial clinico per testare l’integratore specifico per l’endometriosi. «Inoltre, a marzo saremo presenti online o in presenza su Bari, Roma e Milano per lanciare la campagna di sensibilizzazione e di divulgazione scientifica Non è normale dedicato a illustrare le difficoltà fisiche e psicologiche della donna alle prese con patologie intime che spesso vengono sottovalutate dalla società».

Sul fronte finanziario, Sestre intende ottenere una seconda tranche del finanziamento di Cassa depositi e prestiti grazie al programma di accelerazione Terra Next, rivolto a startup e Pmi innovative operanti nel settore della bioeconomia. «Quest’anno apriremo un round di finanziamento finalizzato a raggiungere investimenti per 500mila euro, promuovendo l’ulteriore sviluppo dell’azienda e contando su una diffusione più capillare a livello nazionale. E il prossimo anno punteremo a raccogliere un’analoga cifra per l’internazionalizzazione di Sestre».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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