Il Fondo Nuove Competenze è stato introdotto nel 2020 con il Decreto Rilancio (art. 88) come misura per affrontare gli effetti economici della pandemia da Covid-19. La sua principale finalità è quella di sostenere le aziende nella rimodulazione dell’orario di lavoro per destinare una parte del tempo alla formazione dei dipendenti. In tal modo, i lavoratori possono aggiornare o acquisire nuove competenze, in particolare in risposta alla transizione digitale ed ecologica
di Redazione
Nel corso degli anni il fondo è stato rifinanziato con risorse europee e statali. L’edizione del 2021 ha visto il coinvolgimento di oltre 6.700 aziende, mentre con la seconda edizione le aziende ammesse sono salite a circa 7.500 per un totale di oltre 330.000 lavoratori coinvolti nei percorsi formativi. Le risorse destinate al fondo sono state ampliate negli anni grazie a fondi come il React-EU, il Pon Spao e altre risorse del bilancio statale.
Nel 2020 sono stati assegnati circa 750 milioni di euro, nel 2021 circa 500 milioni di euro, mentre nel 2022 è stato rifinanziato per 1 miliardo di euro con l’aggiunta di importanti novità quali il focus quasi integrale sul sostegno alle imprese che affrontano i cambiamenti connessi alla doppia transizione digitale ed ecologica e il pieno coinvolgimento dei Fondi interprofessionali a garanzia dell’efficacia e della qualità dei percorsi formativi.
Nel 2022 inoltre la Ragioneria Generale dello Stato ha chiarito la cumulabilità tra credito d’imposta per formazione 4.0 e Fondo Nuove Competenze nonché tra credito formazione 4.0 e altri contributi percepiti da diversi fondi interprofessionali. A febbraio 2023 l’intero fondo è stato esaurito e a marzo è stato rifinanziato per 180 milioni di euro. Per il 2024 il fondo dispone di 800 milioni di euro
FNC 2024: un’opportunità di formazione per le imprese
La terza edizione del Fondo Nuove Competenze rappresenta un’importante opportunità per le aziende italiane per sostenere la formazione dei dipendenti, in particolar modo sulle esigenze relative alla transizione digitale ed ecologica.
Il fondo è destinato a tutti i datori di lavoro privati comprese le società a partecipazione pubblica. Le imprese devono essere in regola con gli obblighi contributivi e fiscali e non devono essere coinvolte in procedure di fallimento o liquidazione. È inoltre necessario stipulare accordi collettivi aziendali o territoriali che rimodulino l’orario di lavoro per dedicare parte delle ore alla formazione.
Il fondo si concentra su competenze chiave legate a due principali ambiti: transizione ecologica e transizione digitale. In relazione alla transizione ecologica si deve prevedere un efficientamento energetico, la riduzione degli sprechi, la promozione dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale. Per quanto riguarda la transizione digitale il programma deve prevedere l’aggiornamento delle competenze digitali, l’utilizzo di nuove tecnologie e innovazioni nel settore produttivo.
Le aree di formazione dovranno concentrarsi su tematiche connesse a innovazioni nella produzione e vendita di beni e servizi che richiedono un aggiornamento delle competenze digitali, efficientamento energetico e uso di fonti sostenibili nelle pratiche aziendali, promozione dell’economia circolare nella forma di una riduzione degli sprechi e gestione corretta di scarti e rifiuti compreso il trattamento delle acque, produzione e commercializzazione di prodotti a basso impatto ambientale, sviluppo sostenibile nei settori agricoli, silvicoli e della pesca comprese le attività agrituristiche, valorizzazione e riqualificazione del patrimonio ambientale, artistico e culturale con un focus sulla sensibilità ecologica.
L’agevolazione
Il contributo previsto dal fondo, in attesa del bando e se in linea con gli anni precedenti, permette alle aziende di recuperare fino al 60% della retribuzione oraria lorda dei dipendenti coinvolti in formazione per un minimo di 40 ore e un massimo di 200 ore per ogni lavoratore. Inoltre copre il 100% degli oneri contributivi previdenziali e assistenziali per le ore destinate alla formazione.
Tuttavia, nel caso in cui siano stati sottoscritti accordi che prevedano una riduzione dell’orario di lavoro (compresa la rimodulazione dell’orario per la formazione) mantenendo invariata la retribuzione complessiva, la parte di retribuzione coperta sarà pari al 100%.
Il contributo a fondo perduto può raggiungere un massimo di 10 milioni di euro per ogni richiesta. In aggiunta il datore di lavoro può richiedere un’anticipazione del 40% dell’importo concesso, previa presentazione di fideiussione.
Tra le novità annunciate per il 2024, inoltre, il fatto che le piccole imprese potranno usufruire della formazione finanziata attraverso voucher formativi.
Come richiedere il fondo
L’apertura del bando è prevista per fine settembre. Per accedere ai benefici del fondo le imprese devono identificare i fabbisogni formativi valutando quali competenze necessitino di aggiornamento, stipulare un accordo collettivo con i sindacati per la rimodulazione dell’orario di lavoro destinato alla formazione, presentare la domanda tramite la piattaforma telematica dedicata. L’impresa che presenta domanda non può essere soggetto erogatore della formazione ma può essere erogata esclusivamente tramite un ente titolato a livello nazionale o regionale.
Approfondimenti sulla misura a cura di Sef Consulting
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