Un ruolo prezioso nell’innovazione tecnologica lo svolge l’incubatore di startup certificato. È un’eccellenza riconosciuta dal Mise che fornisce un sostegno alle startup, permettendo loro di accedere ai finanziamenti pubblici. Un esempio è il campano Startup Europa Lab.
di Andrea Ballocchi
Innovazione, elevato contenuto tecnologico e forti potenzialità di crescita: queste sono le principali caratteristiche delle startup. In Italia si contano 14.621 startup innovative, come segnala il ministero dello Sviluppo economico (luglio 2022). Il loro numero è in crescita dell’1,8% rispetto al trimestre precedente.
Una parte di queste imprese è fondata da giovani o giovanissimi. Quelle create da under 35 sono il 17,4% del totale. La via per la crescita e lo sviluppo di queste realtà imprenditoriali è assai impervia, tanto che il tasso di fallimento è elevatissimo. La principale causa è di natura economica: l’azienda in erba non trova capitali sufficienti per sostenere la propria idea. Per aiutare le startup appena nate e in fase iniziale a sviluppare il proprio business e a reperire i fondi necessari ci sono gli incubatori di startup.
Ci sono incubatori e incubatori
Le eccellenze nazionali nell’ambito dell’incubazione e accelerazione di nuove imprese innovative ad alto valore tecnologico sono costituite dagli incubatori di startup certificati. Tra questi ce n’è uno assai giovane: a giugno è stata riconosciuta con questa importante qualifica il beneventano Startup Europa Lab, primo incubatore di startup certificato del Sannio e quinto in Campania.
Il riconoscimento è dovuto all’ottimo andamento che ha registrato dalla sua nascita: è dal 2014 che Startup Europa è attivo per supportare le startup nell’ottenimento di fondi europei. «Abbiamo assunto qualifica di incubatore nel 2020 e negli ultimi due anni abbiamo incubato circa 30 startup, raccolto 5,5 milioni di euro di fondi pubblici depositando circa 15 domande di brevetto», afferma il Ceo Alessandro Ciotola. La giovane realtà imprenditoriale sannita conta, oltre che sul suo Ceo e cofondatore, su un team di esperti che aiutano le startup in ogni fase, dalla costituzione allo scouting tecnologico, dalla tutela della proprietà intellettuale allo sviluppo software.
Essere incubatore di startup certificato
Qual è la differenza incubatore di startup “semplice” e certificato? «È innanzitutto una qualifica di prestigio per l’incubatore, un elemento che gli consente di interfacciarsi più autorevolmente con università, aziende, Regione e con altri stakeholder che gravitano intorno al mondo delle startup. Ciò si deve al fatto che il ministero dello Sviluppo economico ha riconosciuto il lavoro fatto negli anni. Tale qualifica deve essere confermata anno dopo anno, perché è necessario essere in possesso di determinati requisiti», specifica Ciotola.
Le possibilità aperte per le startup e il ruolo dell’incubatore
Lo Stato mette a disposizione agevolazioni che permettono alle startup di fare degli investimenti. Ed è qui che entra in gioco una realtà quale Startup Europa: «il nostro primo servizio alle startup consiste nello svolgere valutazione gratuita di fattibilità, cercando di comprendere a che punto si trova il progetto o l’idea progettuale», specifica Ciotola. «È un passaggio importante perché se si è in una fase iniziale sono previsti determinati bandi a cui si può attingere, se invece è in una fase più avanzata, ovvero se la startup ha già validato il modello di business ed è già sul mercato, si possono attivare altre tipologie di finanziamenti».
Dopo la prima fase di valutazione, si passa poi al vaglio dei vari bandi ai quali può attingere la startup e l’accompagnamento nella preparazione del business plan e l’assolvimento dei passaggi burocratici come il caricamento e l’invio della domanda fino all’assistenza nella rendicontazione delle spese a seguito dell’ammissione al finanziamento.
A proposito dei bandi per le startup, a livello nazionale, i principali di cui si occupa Startup Europa Lab sono il Bando Brevetti + del Mise, che consente di sviluppare il prototipo quando si è in possesso di una domanda di brevetto con esito della ricerca non negativa oppure di un brevetto in concessione. Quando la startup ha sviluppato il prototipo si passa alla fase successiva per validare il modello di business sul mercato attraverso il bando Smart&Start Italia, che finanzia progetti compresi tra 100mila euro e 1,5 milioni di euro e che rappresenta il bando più richiesto a livello nazionale per le startup innovative.
Lo stato dell’arte delle startup in Campania
Con 1.350 startup, la Campania è la terza Regione più importante in Italia per numero di realtà. È un territorio molto attivo, con le province di Napoli e Salerno tra le prime dieci in assoluto a livello nazionale.
La Lombardia, e Milano in particolare, si conferma la Regione più ricca di startup (su 14.621 totali, la Lombardia ne conta più di 3.900, di cui più di 2.700 nella sola provincia meneghina), «tuttavia negli ultimi anni anche le Regioni del Sud, con la nascita anche di nuovi incubatori, sono molto dinamiche», evidenzia il Ceo & founder della realtà sannita. «Rispetto al Nord, il Meridione ha un elemento importante. La materia prima. Parlo dei neolaureati delle università del Sud e delle giovani startup da loro create. Purtroppo spesso si trasferiscono al Nord o all’estero per necessità di lavoro. Tuttavia le Regioni del Sud ricevono sempre maggiore interesse perché viene riconosciuta l’elevata qualità delle risorse umane».
In generale, in Italia i laureati possono contare su un ottimo livello di conoscenze. Purtroppo il nostro Paese è meno bravo nel permettere loro di trasformarsi in imprenditori. E questo è un peccato perché l’Italia, a livello di ricerca universitaria, si pone al sesto posto assoluto nel mondo. A livello imprenditoriale risulta invece al 61esimo. «È uno scotto che paghiamo, soprattutto al Sud. È qui che si rivela prezioso il ruolo dell’incubatore, ponendosi come facilitatore e medium tra il mondo accademico e quello aziendale. Quindi il ruolo dell’incubatore, ed è quello che stiamo cercando di fare anche noi, è svolgere un ruolo di ponte tra mondo accademico e imprenditoriale, per cercare di non disperdere tutto il valore creato dai ricercatori universitari», specifica ancora il cofondatore dell’organizzazione campana.
I vantaggi dell’incubazione e gli esempi vincenti
Poter contare su un percorso di incubazione comporta diversi vantaggi. «Grazie all’incubatore, la startup ha la possibilità di validare più velocemente la sua idea imprenditoriale», specifica Ciotola, segnalando che nel caso di Startup Europa Lab, viene adottata la metodologia Lean, uno stile gestionale finalizzato ad abbattere gli sprechi per creare processi standardizzati, eccellenti e a basso costo. «È un passaggio fondamentale per una startup, perché permette di colmare le sue due più gravi lacune, vale a dire le risorse economiche e il tempo. Il metodo Lean permette di validare più velocemente il modello di business sul mercato, spendendo meno soldi e tempo possibile». In sintesi, si valida l’idea, si comprende se c’è un mercato e si cerca di entrarvi quanto più velocemente possibile, così da ricevere prima possibile i riscontri utili.
Tra gli esempi più significativi e di successo che si sono rivolte alla realtà sannita Ciotola ne cita almeno due. La prima è Smartway, startup che mette in contatto le strutture ricettive con gli smart worker che cercano un borgo italiano sotto i 5mila abitanti in cui andare a lavorare, permettendo così di valorizzare i borghi attraverso le opportunità del lavoro da remoto.
L’altro caso di successo è Vr Tourism, realtà campano-laziale, la prima piattaforma in Italia in grado di proporre turismo culturale mediante l’uso di tecnologia immersiva e realtà virtuale.