Il presidente di Confindustria Piccola Industria Campania analizza le sfide e le opportunità per le imprese italiane, puntando su visione strategica e politica industriale integrata
di Redazione
Pasquale Lampugnale è vicepresidente nazionale di Piccola Industria Confindustria. Alla guida della Sidersan S.p.A. e di Lampugnale Investimenti Spa, analizza le sfide e le opportunità per le PMI, con un focus su innovazione, sostenibilità e il ruolo cruciale del PNRR nel rilancio economico del Paese.
Quali sono le sfide più urgenti che le PMI devono affrontare e quali fattori possono trasformarsi in opportunità di crescita e sviluppo?
“Le nostre piccole e medie imprese hanno saputo fronteggiare al meglio questo periodo difficile. Ovviamente i problemi da affrontare restano tanti. Fattori che anche nel prossimo anno potranno sostenere la crescita sono il rilancio dell’export, il previsto taglio dei tassi di interesse, l’attuazione del PNRR e l’utilizzo dei Fondi di sviluppo e coesione. Elementi che potrebbero invece frenare il PIL sono, di contro, il costo dell’elettricità più alto rispetto ai principali paesi UE, la graduale eliminazione del Superbonus e degli altri incentivi all’edilizia, le strozzature nei trasporti e il loro impatto sull’industria italiana, la persistenza dell’inflazione europea che potrebbe indurre la BCE a rimandare gli ulteriori tagli dei tassi e il prolungarsi delle tensioni geopolitiche con i relativi effetti negativi sulla domanda mondiale”.
E’ vicepresidente nazionale e presidente regionale di Piccola Industria Confindustria, ha quindi un ruolo di rilievo nel panorama industriale italiano e non solo campano: quali sono, a suo parere, i principali obiettivi da perseguire per lo sviluppo delle Pmi del nostro Paese?
“Le PMI sono il cuore pulsante dell’economia italiana, e per valorizzare al meglio il loro potenziale è necessaria una politica industriale integrata che supporti l’accesso al credito, incentivi gli investimenti e migliori le infrastrutture. Interventi prioritari includono la stabilizzazione del credito d’imposta nella ZES unica, la facilitazione dell’accesso al Fondo di Garanzia per le PMI e la semplificazione normativa che snellisca i processi burocratici. Inoltre, una spinta decisiva all’attuazione del PNRR è fondamentale per garantire uno sviluppo sostenibile e competitivo delle PMI a livello nazionale e internazionale”.
Come possono le PMI sfruttare al meglio innovazione e tecnologia per aumentare la propria competitività?
“Perché le imprese investano e puntino alla maggiore produttività è necessario che le politiche di sostegno alle imprese facilitino l’innovazione tecnologica. Non possiamo limitarci però a utilizzare tecniche realizzate altrove: dobbiamo piuttosto accrescere la nostra capacità di sviluppare nuovi beni e tecnologie. Il credito di imposta per la ricerca in vigore in Italia dal 2015 è una misura importante, ma la sua efficacia nel tempo è stata limitata dalle molteplici revisioni dei criteri di accesso e dell’entità dell’agevolazione. Innalzare e stabilizzare l’aliquota al valore medio nei paesi OCSE, e cioè il 20% rispetto all’attuale 10%, avrebbe un costo stimabile di un miliardo l’anno circa, ma potrebbe indurre le imprese ad aumentare la spesa in ricerca di oltre il 15%, con evidenti vantaggi a cascata in termini di produttività e competitività”.
Come le piccole e medie imprese possono integrare i principi di sostenibilità nelle loro strategie aziendali, creando valore per il territorio e per i propri stakeholder?
“La transizione verso un’economia green è una delle sfide più rilevanti per le PMI italiane, soprattutto in risposta alle pressioni normative, dei consumatori e degli investitori. Le imprese devono adattare i loro modelli di business per diventare più sostenibili, sia in termini di produzione che di organizzazione. Questo processo non solo risponde a una crescente domanda di prodotti sostenibili, ma può anche rappresentare un vantaggio competitivo a lungo termine, migliorando la reputazione aziendale e attrarre nuovi investimenti. È fondamentale che le PMI vedano la sostenibilità non come un costo, ma come un’opportunità per innovare e crescere”.
Come gli strumenti di credito, finanza e agevolazione possono aiutare le imprese a realizzare i loro progetti di investimento e crescita?g
“Gli strumenti finanziari, come gli incentivi del Piano Transizione 5.0 e il Fondo di Garanzia per le PMI, giocano un ruolo cruciale nel sostenere gli investimenti e la crescita. In particolare, è importante che questi strumenti siano facili da utilizzare e che vengano resi strutturali per garantire continuità. Il rinnovo della decontribuzione Sud, ad esempio, è essenziale per ridurre il gap economico tra Nord e Sud Italia. Tuttavia, le PMI devono anche affrontare le sfide poste dai tassi di interesse elevati, che limitano l’accesso al credito. Una riforma del Fondo di Garanzia, con regole stabili e chiare, è necessaria per assicurare che le PMI possano continuare a investire e crescere”.
L’istituzione della ZES Unica per il Sud punta a ottimizzare le condizioni per lo sviluppo del Mezzogiorno. Come potrà questa iniziativa favorirne il potenziale produttivo e la competitività?
“La ZES Unica, che estende il modello delle Zone Economiche Speciali a tutto il Sud, potrebbe penalizzare le aree interne meno collegate, come Sannio e Irpinia. L’uniformità delle condizioni di favore potrebbe spingere le imprese a preferire i poli urbani, vicino a infrastrutture come autostrade e porti, lasciando indietro i territori più fragili. Per incentivare investimenti in queste aree, sono necessari sgravi contributivi specifici e incentivi per chi assume lavoratori over 35, data l’età media della popolazione locale. È fondamentale inoltre rendere pluriennale il credito d’imposta per gli investimenti nella ZES, permettendo una pianificazione più efficace. Anche se il raddoppio dei fondi destinati al credito d’imposta è un segnale positivo, bisogna garantire un’intensità di aiuto adeguata e una tempistica che consenta alle imprese di sfruttare appieno queste opportunità. In sintesi, serve una strategia di lungo periodo che renda gli incentivi strutturali e cumulabili, per massimizzare il potenziale di sviluppo del Mezzogiorno”.
Come possono le PMI in Campania rafforzare la collaborazione tra loro e con altri attori del territorio per creare sinergie e favorire lo sviluppo?
“Dobbiamo lavorare tutti insieme con entusiasmo e chiarezza degli obiettivi, superando l’individualismo e la concezione di una classe dirigente legata solo alla soluzione di ricorrenti emergenze. Bisogna piuttosto attuare un metodo basato sulla condivisione, che concili l’istanza di pianificazione centrale con le idee e i progetti di chi vive il territorio, che definisca una vision strategica comune entro la quale possano trovare spazio iniziative e progetti di investimento sia pubblici che privati. Bisogna passare da una dimensione autoconsolatoria di grandi osservatori del passato a quella, più fattiva, di protagonisti del futuro. Una dimensione nella quale possa esserci spazio per il “protagonismo” delle PMI, dei centri di ricerca, dei centri di competenza universitari, dei vari laboratori, di banche e altri intermediari finanziari che valorizzino la buona progettualità, anche con strumenti di finanza innovativa.”