Il progetto Euploia, il percorso artistico site-specific dedicato all’ascensore del Monte Echia di Napoli, nasce dall’esperienza di Materia Viva. Ideato da F2Lab e Casa del Contemporaneo con il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che ha visto la collaborazione, tra gli altri, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, del MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli, del Liceo Palizzi e dell’Archivio di Stato di Napoli
di Marco Amore
L’inaugurazione di Euploia, l’affascinante percorso artistico nato grazie al progetto Materia Viva, è stata l’occasione per un piacevole chiacchierata con Maria D’Ambrosio, una delle curatrici dell’iniziativa insieme a Carla Langella. L’evento, tenutosi presso la stazione dell’Ascensore Monte Echia, ha visto la partecipazione del Sindaco e dell’Assessore ai Trasporti, che hanno presentato alla stampa le opere realizzate nello spazio, ispirate alla fondazione di Napoli e al suo primo insediamento urbano su Parthenope.
Cos’è il progetto Materia Viva e in che modo coinvolge le comunità locali, le istituzioni e i partner nel processo di rigenerazione territoriale e culturale?
“Dal 2017 ho iniziato a lavorare in maniera più esplicita alla valorizzazione delle aree e delle attività produttive utilizzando l’Arte e il Design come veicolo di azioni territoriali molto specifiche che sono partite da San Martino Valle Caudina con la sua attività vitivinicola e da Marcianise e il suo ricco tessuto produttivo di matrice manufatturiera. La crisi dei distretti produttivi e di alcune filiere come quella dell’elettrodomestico proprio a Marcianise, mi hanno fatto pensare alla necessità di rigenerare le aree industriali innestando l’Arte e la Ricerca con le imprese e la loro comune necessità di innovare. Fondavo allora, insieme con Riccardo van den Hende e Augusto Imondi, F2Lab aps perché una visione istituzionale dello spazio pubblico e dell’arte insieme all’attivismo civico e la responsabilità sociale d’impresa potessero diventare una energia nuova per i territori e per una differente cultura del lavoro e dello sviluppo territoriale. In quest’ottica abbiamo stretto partenariati con Enti Locali, Università, altre Associazioni e attivato la collaborazione di artisti e il supporto di alcune imprese dell’area industriale di Marcianise, dove abbiamo insediato il nostro spazio ‘exNovo_Marcianise city lab’. Quello spazio-laboratorio, ospitato da una delle aziende partner, ha fatto da attrattore per professionisti, studiosi, ricercatori, altre imprese, artisti, amministratori locali, e incarnato l’idea di un ecosistema per il trasferimento tecnologico che rende le conoscenze parte di un capitale sociale di cui diventare più consapevoli per svilupparne potenzialità non ancora esplorate. Concretamente, abbiamo avviato dentro la filiera già esistente del recupero e riutilizzo del polistirene, anche una sperimentazione di nuovi prodotti legati alla capacità dell’Arte e del Design di dare valore a nuovi materiali e svilupparne usi inediti e rispondenti al paradigma dell’economia circolare.
Per questo, contesti come EDIT Napoli, il Salone del Mobile di Milano con la Design Week, Ecomondo e la sua fiera a Rimini dedicata all’economia circolare, e poi mostre, seminari, workshop, hanno aggregato interesse e sperimentato un modo diverso di fare business e di generare valore materiale e immateriale. Da questa esperienza, si è andata strutturando una più stretta collaborazione con Casa del Contemporaneo e in particolare con il suo presidente, Giovanni Petrone, condividendo la spinta a far nascere Materia Viva come progetto diventato aggregatore di altre energie ed esteso a più territori. La bellezza ci è sembrata una categoria chiave da rimettere dentro un sistema di valori comuni del progettare, del produrre, del fare impresa, come del conoscere, del governare e dell’innovare”.
Come Materia Viva riesce a coniugare la tradizione artigiana italiana con la ricerca e l’innovazione contemporanea, e quali sono le sfide più significative che avete incontrato in questo percorso?
“Materia Viva è soprattutto una metodologia che recupera la cura e la sensibilità del lavoro del mondo dell’arte e lo unisce alla ricerca e alla logica sperimentale, per cambiare sguardo, attivare una qualità percettiva differente capace di generare nuova cognizione e altra conoscenza. Credo che la contemporaneità ci chieda questo. I paesaggi urbani ripensati organicamente come ambienti naturali e produttivi dove le aree e le attività produttive siano parte della stessa mappa e parte di un sistema di produzione di valore misurabile sul piano materiale e immateriale in termini di bene e patrimonio collettivo. Con Materia Viva cerchiamo di unire poetica, estetica ed etica del vivere e del produrre per chiedere a ciascuno di essere contemporaneo, di rispondere a necessità attuali e di situarsi tessendo relazioni con soggetti e conoscenze differenti, imparando a interconnettersi e a uscire dai propri campi delimitati e preordinati. Mi viene in mente cosa c’è dietro alla scelta di lavorare a partire dalle attività di sviluppo di un’azienda manifatturiera che stava avviando l’industrializzazione della produzione di un nuovo materiale e di unire a questa attività le sperimentazioni di artisti e designer interessati al materiale e alle sue possibili potenzialità estetiche e di economia circolare. Quella intuizione era mossa da una visione d’insieme che nessuno dei partner coinvolti e di quelli che via via si sono uniti aveva ancora. Posso dire che Materia Viva attiva processi di rigenerazione dove Arte Imprese Istituzioni ridisegnano le loro geografie, aprono le loro conoscenze e le specifiche competenze per investire sul valore che viene dalla interazione in ogni fase della produzione e del lavoro.”.
Che significato ha il nome Euploia, e qual è il ruolo specifico del Percorso nella narrazione della storia di Napoli?
“Euploia è il nome che i greci diedero a Monte Echia, e significa buona navigazione. Un augurio che risuona dall’VIII secolo avanti cristo insieme alla fondazione di Partenope sulla sua sommità. Ai coloni greci dell’VIII secolo avanti Cristo dobbiamo l’utilizzo della pietra locale e la scelta di questi luoghi a ridosso del mare come approdo e come inizio di un insediamento urbano, legato nel mito alla sirena alata Partenope e alla sua morte sullo scoglio di Megaride. Si tratta del racconto di Omero cui poi abbiamo dato evidenza archeologica grazie al ritrovamento, nel 1949 e 1960, in via Nicotera, di una parte della necropoli di quel primo insediamento urbano ad opera dei coloni greci. Euploia torna a suonare quindi anche come invito a rendere questi luoghi parte di una mappa e di una memoria collettiva, in un territorio dove proprio il Monte Echia era diventato negli anni un posto dimenticato, fuori dagli itinerari urbani e lontano dalle attenzioni istituzionali, con un cantiere per la realizzazione di un ascensore, chiuso e abbandonato da molti anni. Questo stato delle cose ha fatto unire le forze di F2Lab e Casa del Contemporaneo con quelle del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università Vanvitelli e poi con il Dipartimento di Architettura della Federico II e attivare collaborazioni con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Soprintendenza della Città di Napoli e l’Archivio di Stato di Napoli. Sono stati coinvolti artisti e artiste la cui ricerca si connetteva con i temi e il territorio specifico legato a Euploia e attivato alcuni gruppi di studenti con le loro docenti dell’area storica e di quella del design. Realizzati quindi laboratori, sopralluoghi, raccolta materiali e documentazione, studi, ricerche, per poi produrre mostre urbane temporanee e anche una mostra in galleria, con opere e installazioni site specific, nelle edizioni del 2022 e del 2023, a segnare l’itinerario urbano che dalle cave di cappella Vecchia unisse alla sommità di Euploia/Monte Echia/Pizzofalcone, passando per la rampa e il giardino caprioli e per Via Nicotera e risalendo tra cavità, necropoli fino all’acropoli.
Euploia per Materia Viva è diventato un itinerario: quello che lega i diversi punti di una città: i luoghi del produrre, quelli sacri della sepoltura e dei riti e delle credenze, con quelli della piazza e della vita quotidiana. Le diverse attività, realizzate attraverso Materia Viva, in questi anni sono state molto partecipate riattivando un interesse e un’attenzione che hanno fatto maturare una volontà politica nuova per rigenerare tutta l’area interessata dal percorso Euploia e come primo passo hanno visto riaprire il cantiere dell’ascensore che poi dall’aprile del 2024 è stato completato, avviando quella che auspichiamo sarà una più generale rigenerazione sociale e urbana dei luoghi. Proprio nella stazione dell’Ascensore Monte Echia, Euploia ha realizzato, su committenza del Comune di Napoli e del suo Assessorato ai Trasporti, opere e installazioni che segnano il percorso a partire anche da questa cavità contemporanea fino alla sommità del suo promontorio tufaceo. Le opere insieme all’app web sono tracce che accompagnano un attraversamento che richiede un tempo diverso e uno sguardo rivolto all’ossatura della città, alla sua struttura simbolica che avvicina e rende prossimi la vita terrena con quella ultraterrena”.