Per chi sta realizzando progetti legati alle tecnologie 4.0, all’economia circolare e al risparmio energetico ci sarà la possibilità di accedere a contributi specifici. A breve il Governo stanzierà su queste aree d’azione quasi 700 milioni di euro.
di Giorgio Pietanza
Sono in arrivo ben 678 milioni di euro per le piccole e medie imprese italiane che intendono realizzare progetti innovativi legati a tecnologie 4.0, economia circolare e risparmio energetico. Si tratta di un nuovo regime di aiuti, istituito per decreto dal ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, che va a disciplinare i finanziamenti sia quelli garantiti in modo strutturale dal Fondo di Coesione dell’Unione sia quelli previsti dal programma d’investimento europeo React-Eu, il “programma-ponte” creato nell’emergenza della pandemia per riunire ed estendere altre misure emergenziali adottate nello stesso periodo nell’ambito della politica comunitaria. L’obiettivo è duplice: sostenere la ripresa dalla crisi del coronavirus, ma al contempo sollecitare un’equa transizione verde e digitale all’interno della Ue.
Il Piano Transizione 4.0 ingrana la quarta
È lo stesso Giorgetti a spiegare la logica sottostante a un decreto che prevede uno stanziamento così imponente: «Da ministro dello sviluppo economico è mio dovere tutelare le imprese italiane, individuando tutte le risorse e gli strumenti necessari per sostenere gli investimenti in progetti innovativi che mirano anche a ridurre l’impatto energetico sui processi produttivi. È questa un’altra importante linea d’azione da perseguire per fronteggiare, in un’ottica di medio e lungo periodo, il caro bollette», dichiara il ministro. «La capacità del nostro sistema imprenditoriale di rimanere competitivo sui mercati passa infatti dall’ammodernamento degli impianti attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie che, oltre a incrementare la produttività e migliorare la sostenibilità ambientale, devono favorire sviluppo e occupazione».
Nuovi progetti, nuove attese
Grande attenzione del Governo, dunque, alle imprese innovative, anche piccole e giovani, che sappiano fornire un importante contributo al Paese lanciando nuove idee e creando reali opportunità per fare impresa generando nuova occupazione. L’importo massimo agevolabile per ogni investimento innovativo non potrà mai superare i 3 milioni di euro e dovrà favorire la trasformazione digitale dell’attività manifatturiera delle Pmi attraverso l’utilizzo di tecnologie abilitanti individuate dal piano Transizione 4.0. Una particolare considerazione avranno anche i progetti che incoraggiano l’economia circolare, la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico. La disponibilità di questi fondi avrà di certo un effetto “boost” sulla politica industriale del nostro Paese, una politica sempre più inclusiva e attenta alla sostenibilità anche perché in gran parte sollecitata dal Green Deal Europeo.
Da Nord a Sud: la rotta dei finanziamenti
Nel dettaglio circa 250 milioni sono destinati agli investimenti da realizzare nelle regioni del Centro-Nord (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto, Umbria e Province Autonome di Bolzano e di Trento), mentre circa 428 milioni sono previsti per quelli nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna). Di queste risorse, il 25% è destinato ai progetti proposti dalle micro e piccole imprese. Alle imprese che richiederanno l’agevolazione (concessa utilizzando le possibilità offerte dal Temporary Framework comunitario) è richiesto un ulteriore requisito: non aver effettuato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una delocalizzazione verso uno stabilimento situato in un’altra parte del See, lo Spazio economico europeo, che realizzi prodotti o servizi oggetto dell’investimento, impegnandosi a non farlo anche fino ai due anni successivi al completamento del finanziamento stesso.
In attesa del via della Corte dei Conti
Le Pmi interessate potranno presentare domanda nei termini e nelle modalità che verranno definite con un successivo provvedimento ministeriale. Al momento infatti il decreto, dopo essere stato firmato dal ministro allo Sviluppo economico, è stato inviato alla Corte dei Conti per la registrazione.