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Dai rifiuti alla sartoria: così si ricuce un territorio

A Garbagnate Monastero nasce la “Piccola sartoria sociale” dove si recuperano abiti e legami grazie alla collaborazione tra pubblico e privato e al prezioso contributo della municipalizzata lecchese per la raccolta e smaltimento dei rifiuti.

di Giorgio Pietanza

 

In questi ultimi anni si è assistito a un vero boom di sartorie sociali, sorte un po’ su tutto il territorio nazionale, che dimostrano quanto semplici da realizzare siano i progetti sviluppati in partnership tra pubblico e privato se alla loro guida c’è la mano sapiente delle organizzazioni non profit. Le quali sono in buona sostanza le uniche realtà a conoscere in profondità il territorio, e quasi le sole in grado di offrire un’opportunità di occupazione a soggetti socialmente vulnerabili e spesso svantaggiati. Sì, perché spesso le sartorie, oltre a proporre percorsi di reinserimento sociale, finiscono spesso per essere col tempo rilevate dai lavoratori stessi, che iniziano così un’avventura imprenditoriale camminando sulle proprie gambe.

Tra le tante case histories di sartorie sociali innovative sparse per l’Italia, ce n’è una recentissima che svilupperà presto un percorso ancora più singolare e prezioso, grazie anche all’aiuto economico fornito da una public utility provinciale della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, la Silea di Lecco.

Dall’Isola del riuso alla Piccola sartoria sociale

La storia della “Piccola sartoria sociale” si intreccia infatti con quella della municipalizzata per la raccolta dell’immondizia della provincia di Lecco che nel 2017 affidò alla cooperativa sociale Paso Lavoro il compito di gestire a Garbagnate Monastero, nel lecchese, un’area per la raccolta differenziata intercomunale, subito ribattezzata “Isola del riuso”. Un esperimento interessante che ha permesso di lanciare un servizio di raccolta e distribuzione di beni usati, riutilizzabili e non ancora inseriti nel circuito della raccolta dei rifiuti urbani. L’attività si svolge da quasi sei anni in un piccolo locale di 60 metri quadrati adiacente al centro di raccolta differenziata dei comuni di Garbagnate Monastero, Barzago, Bulciago e Molteno.

Il grande successo dell’Isola del Riuso, sia in termini di rimessa in circolo di beni sia di promozione di tirocini e inserimenti lavorativi, ha spinto la cooperativa a mettersi ulteriormente in gioco con la realizzazione della Piccola sartoria sociale, come ha raccontato Raffaele Pirovano, vicepresidente di Paso Lavoro, al momento dell’inaugurazione della Piccola sartoria sociale, avvenuta ai primi di maggio.

Si tratta di una vera e propria startup sperimentale che intende recuperare i potenziali rifiuti tessili, riutilizzarli e trasformarli in beni con un nuovo valore d’uso. L’obiettivo è dare una nuova vita a vestiti vintage, realizzare creazioni artigianali originali partendo da scarti di tessuto, cucire e riparare abiti ancora in buono stato e al contempo favorire la professionalizzazione e l’ingresso nel mondo del lavoro di persone fragili e svantaggiate.

Scarti tessili che diventano risorse

In particolare la sartoria offrirà servizi di ritiro al domicilio di vestiti usati, riparazioni con semplici lavori di sartoria, utilizzo di scarti di tessuti usati per confezionare nuovi capi e il riuso di abiti usati adeguatamente elaborati per dare vita a nuovi prodotti.

I vestiti, gli abiti e gli accessori che nasceranno nella Piccola sartoria sociale verranno rimessi in circolo sia presso l’Isola del riuso che presso gli spazi gestiti dalla cooperativa.

La sartoria è stata realizzata grazie a un contributo di 30mila euro messo a disposizione da Silea, a seguito di un apposito bando, alla stessa cooperativa Paso Lavoro che già gestisce l’Isola del riuso. La struttura è stata così ulteriormente ampliata e attrezzata per ospitare le nuove attività di cucito.

Esempio di buona sinergia tra pubblico e privato

Il progetto ha ricevuto il plauso e il sostegno dei comuni limitrofi di Barzago, Bulciago e Molteno, che da tempo collaborano insieme all’amministrazione di Garbagnate Monastero alla gestione dell’area di raccolta rifiuti da riciclare. E con grande consenso da parte di tutta la popolazione locale, come dimostra l’alto numero di accessi l’Isola del riuso.

«Abbiamo sostenuto con convinzione questo nuovo progetto, che ha ricevuto fin da subito il sostegno delle quattro amministrazioni comunali», ha dichiarato il presidente di Silea, Domenico Salvadore. «Siamo convinti che la sostenibilità ambientale non possa prescindere dalla sostenibilità sociale e questo progetto, oltre a essere un ottimo modello di collaborazione tra Comuni, Silea e Terzo settore, insegue entrambe le finalità. La sartoria sociale è un progetto di valorizzazione dei rifiuti ma ancor di più di valorizzazione umana nel quale si intrecciano artigianato e ambiente».

 

 

 

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