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Cambiamenti climatici e sicurezza sul lavoro

Cambiamento climatico sicurezza lavoro

L’estate 2024 è giunta ormai al termine e, secondo quanto riportato dal servizio climatico europeo Copernicus, può vantare il primato di estate più calda di sempre

di Rita Rainone

Se l’estate 2024 è da record, le precedenti non sono state da meno e già da qualche anno viviamo mesi di calore incessante e ai limiti della sopportazione con lunghi periodi caratterizzati da intere giornate in cui il termometro non scende su valori ragionevoli nemmeno nelle ore serali e notturne. Le vacanze al mare non regalano più bagni refrigeranti (anche le acque del Mediterraneo hanno raggiunto temperature record quest’estate!) e sempre più persone preferiscono cercare conforto in montagna o rinunciano alle vacanze per investire le risorse economiche in strumenti di climatizzazione domestica.

La precisazione

E’ assai rilevante, perché fissa il campo dei “diritti e doveri” delle due parti nell’ambito della sicurezza sul lavoro e dà adito all’individuazione delle rispettive responsabilità. Rimandando ad altra trattazione  l’individuazione delle responsabilità rispettivamente a carico del datore di Lavoro e del lavoratore dipendente, è sufficiente ora tener a mente che il Datore di Lavoro ha il dovere di tutelare il lavoratore dipendente attraverso la riduzione dei Rischi sia relativi ai luoghi di lavoro (compresi arredi, attrezzature, macchinari), sia alle mansioni svolte; il Lavoratore Dipendente, dal canto suo, deve attenersi scrupolosamente alle disposizioni del Datore di Lavoro al fine di non creare danni per sé e per gli altri.

Fissato questo semplice concetto, non è altrettanto scontato e banale applicarlo.

Il cambiamento climatico

Il cambiamento climatico è argomento all’ordine del giorno, oltre che oggetto di trattati internazionali, agende, previsioni, strategie a contrasto e rallentamento dei fenomeni meteorologici, che ormai ben conosciamo per gli effetti devastanti che hanno per il nostro pianeta, le nostre abitudini, le nostre attività. Questi cambiamenti stanno condizionando anche la concezione e l’organizzazione delle attività lavorative, sia quelle indoor che richiedono l’adozione di sistemi di climatizzazione per garantire condizioni microclimatiche accettabili, sia, soprattutto, quelle che devono essere svolte, per forza di cose, all’aperto. Si pensi ai cantieri edili, stradali, navali. O all’agricoltura. 

Le attività outdoor

Le attività outdoor, se svolte nelle ore diurne,espongono i lavoratori a radiazioni solari e a temperature e tassi di umidità elevati, con la buona probabilità di avere un colpo di calore, ipertermia, disidratazione.

In letteratura si annoverano casi di decessi o di conseguenze gravi. Per citare un fatto di cronaca recente, basti pensare a quanto accaduto alla giovane di 26 anni di Alba (Cuneo) salvata qualche settimana fa in extremis grazie a trapianto di fegato, resosi necessario a causa di un colpo di calore e quindi del raggiungimento di 41 gradi della temperatura interna che ha compromesso le funzionalità epatiche.

Ma l’agricoltura ha una sua stagionalità che impone tempi e ritmi; i lavori edili (soprattutto quelli con cronoprogrammi lunghi) non possono certo essere procrastinati fino ad avere condizioni climatiche ideali.

Cambiamento climatico e sicurezza sul lavoro

Come si conciliano caratteristiche climatiche potenzialmente sfavorevoli con la Sicurezza sul Lavoro?

Sempre nella concezione che il rischio zero non esiste, un’accurata Valutazione dei Rischi che derivi da un attento studio dei contesti lavorativi, delle condizioni fisiche dei lavoratori, delle mansioni, delle turnazioni, può essere un valido approccio alla problematica. A supporto di un’efficace Valutazione dei Rischi deve essere promosso un adeguato e puntuale processo di formazione, informazione, vigilanza anche con monitoraggio da parte del Medico Competente, finalizzato a scongiurare patologie da calore quali crampi da calore, dermatiti da sudore, squilibri idrominerali, sincopi, esaurimento o stress da calore, colpi di calore e malattie professionali derivanti da esposizioni prolungate a condizioni climatiche sfavorevoli.

Gli approfondimenti

Per approfondire, di seguito si riportano i link a due brochure derivanti dal progetto Worklimate, sviluppato in collaborazione fra INAIL, CNR – IBE, Azienda USL Toscana Centro, Azienda USL Toscana Sud Est, Dipartimento di Epidemiologia, Servizio Sanitario Regionale Lazio e Consorzio LaMMA:

 Sul tema leggi anche:

Patologie da calore e fattori che contribuiscono alla loro insorgenza – Informativa per i datori di lavoro

Condizioni croniche che aumentano la suscettibilità al caldo

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