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Al via il quinto bando per i contratti di filiera

Dopo gli investimenti strategici nell’agrisolare e nelle infrastrutture irrigue, quello relativo ai contratti di filiera rappresenta l’intervento di sostegno più importante per il futuro del settore agricolo. Le domande possono essere presentate dal 23 maggio.

di Giuseppe Strangolo

È di pochi giorni fa il varo del quinto bando per i cosiddetti “contratti di filiera” del settore agroalimentare, destinato a finanziare le imprese che concorrono alla produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e agroalimentari e le imprese che forniscono servizi collegati. Anche questo bando discende, come i precedenti, dal decreto firmato dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli lo scorso 22 dicembre e sarà seguito nelle prossime settimane da altri avvisi volti a destinare ulteriori risorse ai distretti del cibo, al settore ittico e a quello forestale. La misura è finanziata dal fondo degli investimenti complementari al Pnrr e ha una dotazione complessiva di 1 miliardo e 203 milioni di euro.

Cos’è un contratto o accordo di filiera

Per poter beneficiare dell’agevolazione, le imprese interessate dovranno aver sottoscritto un “accordo di filiera”, anche in ambito multiregionale, finalizzato alla realizzazione di un programma integrato a rilevanza nazionale e a carattere interprofessionale. In ogni caso, come rende noto il Mipaaf, l’importo totale dei costi ammissibili riconducibile a una sola Regione non potrà superare l’85% del totale dei costi ammissibili del contratto di filiera.
L’istituto dell’accordo o contratto di filiera è stato individuato dal Mipaaf come strumento ideale per favorire i processi di riorganizzazione dei rapporti tra i differenti soggetti di una filiera, in questo caso quella agroalimentare, con l’obiettivo di promuovere la collaborazione e l’integrazione fra i diversi attori, spesso distanti tra loro e semisconosciuti l’uno all’altro. Il contratto di filiera permette in questo modo di stimolare la creazione di migliori relazioni di mercato e garantire ricadute positive su tutto l’indotto agricolo in termini di distribuzione del reddito. Questi contratti sono di rilevanza nazionale perché rappresentano l’attuazione del principio di collaborazione tra pubblico e privato nella realizzazione di interventi che comportano decisioni istituzionali e l’impiego di risorse finanziarie a carico della Pubblica amministrazione.

Gli investimenti ammessi

Le domande possono essere presentate dal prossimo 23 maggio e per i successivi 90 giorni da imprese anche in forma associata, e da cooperative, consorzi, reti di impresa del settore agricolo e agroalimentare, e da organizzazioni di produttori e dalle loro associazioni, comprese le società miste con capitale sociale di almeno il 51% di imprenditori agricoli.
Per questo V bando dei contratti di filiera sono ammessi gli investimenti in attivi materiali e immateriali nelle aziende agricole connessi alla produzione agricola primaria, ma anche gli investimenti per la trasformazione e per la commercializzazione di prodotti agricoli. Così come gli investimenti concernenti la trasformazione di prodotti agricoli in prodotti agroalimentari, la partecipazione dei produttori di prodotti agricoli ai regimi di qualità e alle misure promozionali a favore dei prodotti agricoli. E gli investimenti relativi all’organizzazione e partecipazione a concorsi, fiere o mostre. O anche i progetti di ricerca e sviluppo nel settore agricolo o la partecipazione alle fiere e gli investimenti volti a promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili effettuati da imprese di trasformazione.
Sono ammessi alle agevolazioni i contratti di filiera il cui importo complessivo degli investimenti ammissibili sia compreso tra i 4 e i 50 milioni di euro. Le agevolazioni saranno concesse nella forma del contributo in conto capitale e del finanziamento agevolato, subordinate alla concessione di un finanziamento bancario.

Sostegno strutturale all’agricoltura

Insieme agli stanziamenti del Pnrr per l’agrisolare (1,5 miliardi di euro) e agli investimenti strategici nel settore irriguo (1,3 miliardi), quello dei contratti di filiera rappresenta uno degli interventi più significativi per il futuro del settore agricolo, come ha sottolineato lo stesso Patuanelli. «I contratti di filiera sono uno strumento che ho subito fortemente voluto implementare nel mio mandato da ministro delle Politiche agricole perché rappresentano uno dei migliori modi per favorire l’integrazione fra i differenti soggetti delle filiere in termini di miglioramento delle relazioni organizzative, commerciali, di distribuzione del reddito e di impatto ambientale. In un periodo caratterizzato da forti criticità, gli accordi di filiera possono contribuire a riequilibrare la distribuzione del valore lungo la filiera e a sostenere i programmi d’investimento sostenibili dal punto di vista ambientale e innovativi dal punto vista tecnologico».



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