Dal 10 maggio scorso è possibile attivare le procedure di domanda per il Bonus export digitale, la misura di sostegno per l’internazionalizzazione delle microimprese tramite piattaforme di e-commerce. Vediamo insieme di che cosa si tratta e chi ne potrà beneficiare.
di Giorgio Pietanza
Quella del Bonus export digitale è una misura annunciata da tempo che avrà un grande seguito raccogliendo un numero elevatissimo di adesioni. Permetterà infatti alle microimprese manifatturiere, anche quelle costituite in forma di reti o consorzi, di accedere a un contributo a fondo perduto per le attività di internazionalizzazione attraverso tecnologie digitali. Questa forma di sostegno fa parte di un pacchetto assai più ampio di interventi che discendono dal “Patto per l’export” istituito nel giugno 2020 e fortemente voluto dal ministero degli Esteri e dall’Agenzia Ice per rilanciare il Made in Italy. L’obiettivo è sostanzialmente quello di diminuire il deficit tecnologico delle Pmi italiane attraverso la digitalizzazione delle loro attività commerciali superando così le attuali difficoltà di accesso alle piattaforme internazionali di e-commerce.
L’export attraverso lo sviluppo Ict
La transizione digitale delle piccole imprese italiane è vista come un motore indispensabile per l’internazionalizzazione. E per promuovere l’export digitale la Farnesina ha in cantiere una serie di attività volte a irrobustire i servizi digitali gratuiti a favore delle Pmi, dai temporary export manager, passando per studi e analisi di settore, fino all’erogazione di pacchetti di formazione online dedicati alle buone prassi per l’internazionalizzazione. Ma il cuore di questi aiuti è la pubblicazione di un bando pubblico volto a individuare sul mercato gli operatori digitali disponibili a fornire assistenza a titolo gratuito. Finora sono stati selezionati otto operatori con i quali sono già stati stipulati contratti in via non esclusiva. Il Bonus export può quindi essere speso solo presso i provider inseriti nell’elenco delle società abilitate e sarà quindi funzionale a questo disegno complessivo finalizzato alla promozione del Made in Italy nel mondo. Ma quali sono le microimprese beneficiarie della misura?
A chi va il Bonus export?
Il contributo a fondo perduto è rivolto alle microimprese manifatturiere con sede in Italia, anche costituite in forma di reti o consorzi. Stiamo parlando di piccole aziende manifatturiere che hanno avviato la fatturazione di prodotti commerciali da almeno un anno, hanno un codice Ateco primario compreso tra i codici 10.00.00 e 33, con un numero di dipendenti inferiore a 10 e con un fatturato annuo non superiore ai 2 milioni di euro. Come detto in apertura, anche le microimprese costituite in forma di reti o consorzi possono accedere al sostegno.
I contributi destinati ai due target ammontano, per le microimprese, a 4.000 euro a fronte di spese ammissibili non inferiori, al netto dell’Iva, a 5.000 euro. Per reti e consorzi, salgono invece a 22.500 euro a fronte di spese ammissibili non inferiori, al netto dell’Iva, a 25.000 euro.
Ampia gamma di prestazioni finanziabili
Le prestazioni finanziabili per il sostegno dei processi di internazionalizzazione delle microimprese sono molte e tutte coerenti tra loro. Proviamo a elencarle.
Le spese possono innanzitutto provvedere alla realizzazione di sistemi di e-commerce verso l’estero, quindi siti e app per mobile. Ma possono anche servire per la creazione di sistemi di e-commerce che prevedono l’automatizzazione delle operazioni di trasferimento, aggiornamento e gestione degli articoli da e verso il web. Oltre a questo, comprendono anche i costi di realizzazione di servizi accessori all’e-commerce, la programmazione di una strategia di comunicazione, di informazione e promozione per il canale dell’export digitale, compresi i servizi di Content management system e tutte le attività di digital marketing finalizzate a sviluppare attività di internazionalizzazione.
Tra i servizi contemplati nelle spese possibili troviamo anche l’iscrizione e l’abbonamento a piattaforme Saas (Software as a Service) per la gestione della visibilità e spese di content marketing e i servizi di consulenza per lo sviluppo di processi organizzativi e di capitale umano. Infine le spese finanziabili riguardano anche l’upgrade dell’hardware necessario alla realizzazione di tutti i servizi sopra elencati.
Tempistiche e scadenze
L’iter di compilazione e presentazione della domanda di ammissione ai contributi è così articolato: dal 10 maggio al 15 luglio è possibile procedere alla compilazione della domanda con accesso tramite Spid con caricamento del documento firmato digitalmente e il conseguente rilascio del “codice di predisposizione domanda” necessario per l’invio della stessa. Mentre dal 16 maggio al 15 luglio è possibile fare la presentazione della domanda, con l’inserimento dell’“identificativo della domanda” e del “codice di predisposizione, e conseguente rilascio finale da parte della piattaforma informatica dell’attestazione di avvenuta presentazione della domanda, recante il giorno e l’orario di acquisizione della medesima e il suo codice identificativo.
Le domande devono essere presentate esclusivamente in via telematica tramite il portale di Invitalia https://padigitale.invitalia.it. Domanda e relativi allegati devono essere firmati digitalmente e i soggetti richiedenti devono essere in possesso di una casella di posta elettronica certificata (Pec) attiva e risultante dal registro delle imprese.