Il Pnrr prevede 630 milioni di euro per investimenti infrastrutturali nelle Zone economiche speciali a cui si aggiungono 1,2 miliardi per finanziare interventi sui porti del Sud Italia.
di Andrea Ballocchi
Le Zone economiche speciali saranno il volano per lo sviluppo del Sud Italia? Ci sono diversi elementi che fanno pensare che la spinta positiva di cui potrà beneficiare il Meridione grazie al Pnrr passerà dalle Zes. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza destina 630 milioni di euro alle otto zone economiche speciali, in particolare per sostenere gli investimenti infrastrutturali nelle aree portuali, retroportuali e industriali che costituiscono il tessuto infrastrutturale e logistico che caratterizzano queste aree dove si punta ad “attrarre imprese e nuovi investimenti grazie a un nuovo modello a burocrazia zero e a tassazione ridotta, oltre che a ingenti investimenti infrastrutturali nei porti, nelle reti ad alta velocità e nel sistema stradale”, scriveva lo scorso maggio il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna sul Sole 24 Ore.
Alle risorse del Piano vanno aggiunti altri 1,2 miliardi di euro che lo stesso Pnrr riserva a interventi sui principali porti del Sud Italia.
Cosa sono le Zes e l’apporto del Pnrr
Le Zone economiche speciali sono aree in cui le imprese già operative o di nuovo insediamento possono beneficiare di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative. A prevedere e disciplinare la possibilità di istituirle è stato il decreto legge 91/2017, dedicato alle disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno. A questo sono seguiti alcuni decreti specifici che hanno finalizzato e specificato meglio queste aree.
Sono otto le Zes individuate: Abruzzo, Campania, Adriatica interregionale Puglia-Molise, Ionica interregionale Puglia-Basilicata, Calabria, Sicilia Orientale, Sicilia Occidentale, Sardegna.
A beneficio di tali zone il Pnrr stanzia appunto 630 milioni per investimenti infrastrutturali che puntano a garantire lo sviluppo dei collegamenti delle otto aree con la rete nazionale dei trasporti, in particolare con le reti Trans Europee (Ten-T), sostenendo progetti dedicati a collegamenti tra le aree portuali e industriali e la rete infrastrutturale ferroviaria e stradale. Il cosiddetto “ultimo miglio”, in modo da permettere ai distretti produttivi di ridurre tempi e costi nella logistica. I fondi serviranno anche finanziate progetti riguardanti la digitalizzazione e potenziamento della logistica, l’urbanizzazione sostenibile e lavori per elevare l’efficienza energetica e ambientale nelle aree retroportuali e nelle aree industriali specifiche. Infine si lavorerà a potenziare resilienza e sicurezza dell’infrastruttura connessa all’accesso ai porti.
Fervono i lavori per sostenere innovazione e sostenibilità
Gli interventi previsti sono molteplici e il lavoro per dare il via libera è frenetico. Proprio in questi giorni, per quanto riguarda la Zes Abruzzo, è stato firmato il protocollo d’intesa per la legalità e la prevenzione dei tentativi di infiltrazione criminale nell’ambito della Zes Aree portuali di Ortona e Vasto in modo da avviare opere per 40 milioni di euro di fondi del Piano entro i primi mesi del 2023.
Tra le opere più sensibili, in termini di stanziamenti dedicati, si segnala quello riguardante il porto di Taranto, in particolare per l’infrastrutturazione primaria e accessibilità stradale e ferroviaria area “Eco Industrial Park”. L’intervento, per cui sono previsti 50 milioni di euro, permetterà di creare i collegamenti necessari per raggiungere l’infrastruttura che fungerà da hub logistico innovativo, provvisto di tecnologie digitali dedicate alla distribuzione delle merci. Non solo: nell’Eco Industrial Park, che si svilupperà su una superficie di circa 75 ettari, si vuole porre le basi per creare la prima comunità energetica capace di produrre, gestire e consumare il fabbisogno energetico delle aziende operanti nel Parco. Gli effetti benefici del Pnrr si avranno sullo stesso porto di Taranto: oltre alle opere per realizzare la diga foranea fuori rada si prevede l’elettrificazione delle banchine, per attuare il cosiddetto “cold ironing”, processo che permette lo spegnimento dei motori navali durante l’ormeggio in porto, garantendo la continuità di fornitura energetica.
Dalla Campania alla Sicilia, i progetti più significativi
Ancora più cospicuo (57,7 milioni di euro) è lo stanziamento per il porto di Gioia Tauro, risultato proprio quest’anno il porto più interconnesso d’Italia. I fondi Pnrr serviranno per adeguare gli impianti ferroviari di Sibari, S. Pietro a Maida, Nocera Terinese e Rosarno.
Nella Zes Adriatica spicca lo stanziamento per il porto di Manfredonia (41 milioni) finalizzati al recupero e rifunzionalizzazione del Bacino Alti Fondali, mentre dalla Zes Campania sono rilevanti i fondi per il porto di Salerno, che prevedono la nuova stazione metropolitana e la sistemazione della viabilità (32 milioni in totale), sia per l’Area industriale di Valle Ufita e, in particolare per la realizzazione del terminal scalo merci con area di smistamento, per cui sono stanziati 26 milioni di euro.
Infine, degno di rilevanza è anche la previsione di stanziamento, nella Zes Sicilia Occidentale, dei fondi (39 milioni) per il porto di Termini Imerese, in particolare per la nuova banchina per la logistica e per il recupero e sistemazione dell’area da destinare all’attività specifica.
Novità recenti sulle Zes dal decreto “Pnrr 2”
Quest’estate è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto-legge 36/2022 riguardante altre misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale ripresa e resilienza. Tale disposto, denominato Dl “Pnrr 2”, riguarda anche misure specifiche per le Zone economiche speciali. In particolare, saranno previsti 250 milioni di euro finalizzati a introdurre e attivare in queste aree una forma apposita di Contratti di sviluppo. Inoltre il Dl apporta alcuni chiarimenti in merito agli investimenti all’interno delle Zes: in quelli soggetti a credito d’imposta sono compresi sia l’acquisto di terreni, sia l’acquisizione, l’ampliamento e la realizzazione degli immobili strumentali agli investimenti. Inoltre è prevista una possibile riperimetrazione delle aree. A questo proposito i Commissari straordinari delle singole Zone economiche speciali potranno proporre una modifica dei confini delle rispettive aree, nel rispetto del limite massimo della superficie già stabilito per ogni Regione.
Infine il Dl ‘Pnrr 2’ prevede l’emanazione di un prossimo decreto (in questo caso un Dpcm) che “definirà le procedure di istituzione, le modalità di funzionamento e la governance delle Zls, nonché le condizioni per l’applicazione delle misure di semplificazione”, specifica lo stesso Ministero per il Sud e la coesione territoriale.